Legambiente, in apertura del week-end di Spiagge e fondali Puliti – l’iniziativa che ogni anno coinvolge migliaia di volontari per la tutela degli ecosistemi costieri – presenta il dossier Spiagge indifese, una fotografia dello stato di salute delle coste italiane e, in particolare, dei processi di erosione che minacciano il litorale. Un fenomeno naturale che è amplificato dall’antropizzazione delle coste, dalla riduzione dell’apporto solido dei fiumi in mare e da un’inadeguata gestione del problema da parte delle amministrazioni. Mentre le spiagge si assottigliano di mareggiata in mareggiata e le infrastrutture costiere restano esposte all’aggressione marina, le opere di difesa poste a protezione degli arenili in erosione rischiano di accelerare e aggravare i processi erosivi in spiagge adiacenti e di alterare in modo significativo la morfologia, l’ecosistema e il paesaggio delle coste.
Tutela del mare e delle coste e denuncia della mala gestione dei litorali sono protagonisti delle giornate di Spiagge e Fondali puliti – Clean up the Med, che Legambiente insieme a Cial, Novamont, Mareblu e Virosac promuove questo fine settimana sugli arenili di tutta Italia, in contemporanea a eventi in altri 10 paesi mediterranei.
“Più di 300 iniziative di pulizia nel nostro paese saranno anche un momento di riflessione e di sensibilizzazione sulla gestione del territorio e sulle opere veramente utili alla tutela dell’ambiente – dichiara Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente -. Le numerose adesioni a questo fine settimana di volontariato testimoniano la voglia di partecipare dei cittadini, che credono e dimostrano come un miglioramento della qualità della vita passa anche attraverso la pulizia e la corretta gestione delle aree demaniali”.
Legambiente, in apertura del week-end, presenta il dossier Spiagge indifese, una fotografia dello stato di salute delle coste italiane e, in particolare, dei processi di erosione che minacciano il litorale. Un fenomeno naturale che è amplificato dall’antropizzazione delle coste, dalla riduzione dell’apporto solido dei fiumi in mare e da un’inadeguata gestione del problema da parte delle amministrazioni. Mentre le spiagge si assottigliano di mareggiata in mareggiata e le infrastrutture costiere restano esposte all’aggressione marina, le opere di difesa poste a protezione degli arenili in erosione rischiano di accelerare e aggravare i processi erosivi in spiagge adiacenti e di alterare in modo significativo la morfologia, l’ecosistema e il paesaggio delle coste.
Nonostante questa evidenza, progetti invasivi per installare nuove barriere artificiali pendono su molte aree costiere, minacciando habitat sensibili e siti di interesse comunitario. Come gli interventi previsti a Santa Maria del Focallo nel ragusano, il grande progetto nel Golfo di Salerno e quello sul litorale laziale di Ostia, solo per citare alcuni dei casi seguiti da Legambiente.
“Obiettivo delle iniziative sui territori e dell’impegno dei circoli di Legambiente – dice Giorgio Zampetti, responsabile scientifico dell’associazione – è di tutelare e preservare la natura degli habitat costieri, liberare l’accesso alle spiagge e liberarle dal cemento, avviare una radicale riqualificazione dell’esistente e progettare e realizzare opere di adattamento dell’erosione costiera, a partire dalla salvaguardia dei sistemi dunali, calibrate secondo le precise necessità. Per questo continueremo a impegnarci nel contestare l’errata pianificazione di alcuni progetti di difesa dei litorali e a lavorare per l’adozione di un approccio integrato e complessivo di riqualificazione della costa, come concreta e duratura azione per la tutela delle spiagge”.
Secondo il rapporto del 2006 su Lo Stato di salute dei litorali italiani, curato da Enzo Pranzini dell’Università di Firenze e ad oggi il quadro più aggiornato a livello nazionale, il 42% delle spiagge italiane è in erosione. Una quota altrettanto importante è soggetta ad interventi di difesa, che spesso non sono risolutivi. Ne è evidenzia il litorale marchigiano, come descritto nel dossier, le cui coste sono oggi coperte per circa l’80% da opere rigide di difesa, installate negli ultimi cinquanta anni procedendo a ritmi sostenuti da sud a nord, quasi ad inseguire i processi erosivi che esse stesse innescavano nelle spiagge vicine. Eppure continuano ad essere proposti grandi interventi di difesa rigida della costa, su cui oggi, solo per i principali, si prevedono finanziamenti per circa 230 milioni di euro.
Secondo i dati del rapporto del 2006, al Molise, prima regione italiana per tassi di erosione costiera (91%), segue la Basilicata con il 78% di spiagge erose, la Puglia con il 65%, l’Abruzzo con il 61% e le Marche e il Lazio, a pari merito, con il 54%. Mentre i valori più bassi si registrano in Friuli (13%), in Veneto (18%) e in Emilia-Romagna (25%). Le altre regioni si collocano tra il 33% della Liguria e il 43% della Calabria.
Tra i casi menzionati nel dossier e contro cui Legambiente lotta in prima linea, c’è il grande progetto di artificializzazione su 30 km di costa nel Golfo di Salerno: l’installazione di 42 pennelli, in aggiunta a barriere rigide, per cui si stima un prelievo di 1.200.000 tonnellate di materiale da cave a terra e 75.000 viaggi di camion per il trasporto. E anche l’intervento sul litorale laziale di Ostia previsto quest’anno dalla Regione Lazio: barriere su 4 km di costa, per 5 milioni di euro, nonostante il tratto di litorale minacciato non superi il chilometro. Oppure il caso del litorale ibleo (RG) dove ci sono molteplici progetti per diversi milioni di euro di finanziamento, molti dei quali non supportati da adeguati studi o motivazioni. In questi giorni, però, grazie all’azione dei circoli di Legambiente della provincia di Ragusa, è stata segnata una prima vittoria: l’Assessorato al Territorio ed Ambiente regionale ha bocciato il progetto previsto alla Foce del Fiume Irminio, aprendo così la strada ad un possibile blocco di tutti i progetti simili previsti nella Provincia perché in contrasto con quanto previsto dal Piano Paesaggistico.
Molte delle iniziative previste nel fine settimana di Spiagge e Fondali Puliti, oltre alle consuete attività di pulizia, sono dedicate alla sensibilizzazione contro gli inutili progetti “antierosione”. Tra gli appuntamenti, venerdì 22 maggio ci si incontra sulla spiaggia di Casalbordino Lido (CH) per chiedere di preservare le dune da futuri interventi anti erosione e quello di Capocotta (RM) contro eventuali barriere rigide. Sabato 23 sono previsti tre blitz in provincia di Ragusa ad Arizza, Micenci e Playa Grande dove le barriere rigide a protezione del litorale non hanno dato alcun risultato. In Campania, invece, in provincia di Salerno si farà MARATONZ, una passeggiata a tappe sulla costa, da Pontecagnano fino a Paestum, passando per Battipaglia ed Eboli per appoggiare la campagna #NOTONZ! contro il progetto di difesa e ripascimento del litorale. Domenica 24, invece, a Eraclea mare i volontari puliranno l’area dunale e la pineta della Laguna del Mort, un’area SIC che versa in uno stato di forte degrado. Nelle Marche, sulla spiaggia di Foce Tenna a Porto Sant’Elpidio si parlerà delle cause e degli effetti delle opere di difesa che l’hanno distrutta.