Che ci fanno centocinquanta volontari nel letto del fiume Reno a raccattare tronchi e ramaglie come fossero pepite d’oro?
La scena è questa: c’è il sindaco di Castello d’Argile con guanti e tuta, con tutta la sua squadra di giunta. Ci sono gli alpini, la protezione civile, i profughi ospitati dalla comunità che danno anche loro una mano. La polizia municipale, e singoli cittadini incuriositi e volenterosi.
“L’energia rinnovabile, la sicurezza del territorio, la filiera cortissima, sono elementi imprescindibili che fanno parte di un futuro sostenibile”, racconta il sindaco Michele Giovannini con tanto di motosega in mano e stivali gialli ai piedi.
Il progetto è presto detto. Per riscaldare l’asilo nido, le medie e la palestra comunale, il Comune ha recentemente installato una caldaia alimentata con il cippato. Ma invece di andarsi a prendere il legno chissà dove, il comune ha deciso di attivarsi per creare una filiera locale sostenibile e intelligente.
Ecco allora che il materiale di risulta derivante dalla pulizia del Reno torna a prendere vita per riscaldare i bimbi quando vanno a scuola. Quello che prima era un problema, potenziale causa di esondazione del fiume, è oggi combustibile a bassissimo costo e ad alto rendimento di lungimiranza. Il resto arriva dalla potatura dei parchi pubblici e dai frutteti bio presenti in loco.
“Stiamo anche lavorando sulla possibilità di utilizzare le potature dei giardini privati – continua il sindaco -, ma è un po’ più complicato perché si entra nel mondo dei rifiuti, ma ce la faremo”. Normative troppo rigide, che non impediscono la terra dei fuochi e i tanti scempi in giro per lo Stivale, rendono quasi impossibile eliminare un costo per la pubblica amministrazione (lo smaltimento del verde privato) trasformando anch’esso in opportunità.
La caldaia è costata 328 mila euro, di cui però ben 178 mila arrivano nientemeno che dalla comunità europea, grazie ad un finanziamento che i dipendenti del comune sono riusciti ad ottenere senza appoggiarsi a chissà quale tipo di consulenza esterna (e poi dicono che gli impiegati pubblici non sanno fare il loro mestiere…).
Semplicità, concretezza, visione del futuro. Questi sono gli ingredienti con i quali a Castello d’Argile (BO) si guarda al domani. Con azioni che fanno la differenza. Che scavano un solco grande come la differenza che passa tra il parlare di sostenibilità e metterla in pratica.