Efficienza, sostenibilità e innovazione come chiavi di volta per riqualificare il patrimonio edilizio e spingere il settore delle costruzioni fuori dalla crisi. Sono 1182 i Comuni individuati da Legambiente che in questi anni hanno messo mano al proprio regolamento edilizio attraverso 20 parametri che spingono la riduzione dei consumi energetici e idrici e migliorano vivibilità e salubrità delle abitazioni. Il cambiamento nel settore delle costruzioni viaggia veloce tra Direttive europee che pongono obiettivi sempre più ambiziosi per migliorare l’efficienza energetica e una spinta dal basso con un numero impressionante di esperienze virtuose. Eppure la sfida della riqualificazione del patrimonio edilizio può essere vinta solo superando le troppe barriere che esistono per gli interventi, la complessità di procedure diverse e contraddittorie, l’incertezza rispetto agli incentivi che possono spingere gli interventi virtuosi.
Il decreto “Sblocca Italia” ha previsto l’adozione di un regolamento edilizio tipo che dovrà coinvolgere Governo, Regioni e Comuni nel semplificare e fare chiarezza nelle procedure e accompagnare l’innovazione energetica e ambientale.
Questo il tema affrontato oggi a Roma nel corso di un convegno promosso da Legambiente in collaborazione con Enel e con il patrocinio del Consiglio Nazionale degli Architetti, cui hanno partecipato
Edoardo Zanchini (Vicepresidente nazionale Legambiente), Aldo Berlinguer(Assessore ambiente e territorio Regione Basilicata), Alessandro Bolis (Anci, sindaco Comune Carmignano di Brenta), Ada Lucia De Cesaris, (Vicesindaco di Milano), Leopoldo Freyrie (Presidente Consiglio nazionale Architetti), Nicola Lanzetta (Responsabile Mercato Italia di Enel), Ermete Realacci (Presidente Commissione Ambiente della Camera) e Angelo Rughetti (Sottosegretario alla Pubblica Amministrazione).
Il Regolamento edilizio tipo, è una opportunità per spingere l’innovazione e dare una prospettiva di uscita dalla crisi del settore.
“Questo strumento – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini – può rappresentare una straordinaria occasione per individuare procedure semplificate e condivise per gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio, coinvolgendo il Ministero dei beni culturali e per chiarire i parametri di riferimento per gli interventi e le prestazioni da raggiungere, tenendo conto delle Direttive europee e del quadro delle innovazioni già prodotte dai regolamenti edilizi comunali oggi diffuse nel territorio italiano. Occorre spingere l’innovazione e la semplificazione ma facendo attenzione a non abbassare l’asticella degli obiettivi energetici in edilizia e lasciando la facoltà a Regioni e Comuni, all’interno dei parametri stabiliti, di fissare obiettivi più ambiziosi di innovazione”.
“La predisposizione di un Regolamento Edilizio Tipo a livello nazionale – affermaNicola Lanzetta, Responsabile Mercato Italia di Enel – rappresenta uno snodo fondamentale nel percorso di semplificazione avviato dal Governo, perché in grado di sistematizzare e ampliare le misure recentemente introdotte sul permitting per le installazioni di prodotti e tecnologie di efficienza energetica. La crescita del settore dell’efficienza energetica, su cui Enel come azienda punta molto, potrebbe avere impatti notevoli per il Paese in termini di riduzione del consumo primario di energia, riduzione delle emissioni di CO2 e degli inquinanti locali in ambito urbano, crescita del PIL, ricadute occupazionali. Diventa quindi quanto mai necessario ridurre costi e tempi legati a un’eccessiva burocratizzazione degli iter, attraverso azioni volte ad assicurare, verificare e promuovere l’attuazione delle misure di semplificazione già adottate”.
Sono queste quindi le sfide che occorre affrontare: semplificare le procedure di intervento, chiarire i riferimenti normativi per gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio e dare una prospettiva di innovazione a un settore dove convergono Direttive europee, Leggi nazionali e regionali e regolamenti edilizi comunali.
Il primo obiettivo del regolamento tipo deve essere quello di chiarire i riferimenti per gli interventi in modo da accompagnare l’innovazione.Nello studio presentato oggi Legambiente ha analizzato i 1182 regolamenti edilizi, provenienti da tutte le Regioni italiane, evidenziando i parametri utilizzati e le prestazioni previste, mettendoli a confronto con i riferimenti delle Direttive europee e indicando proposte per il regolamento tipo. La sfida che bisogna affrontare con il regolamento edilizio tipo, secondo l’associazione ambientalista, sta nel fare chiarezza rispetto ai parametri e fissare le prestazioni minime ai sensi delle Direttive europee che permettano di dare certezza per chi opera nel settore ma garantendo anche i diritti dei cittadini rispetto alle certificazioni energetiche, affinché si possa sapere quanto consuma e costa per l’energia la casa in cui andrò a vivere, per esempio.
Il secondo obiettivo riguarda la semplificazione degli interventi di efficienza energetica. Gli attuali vincoli a livello amministrativo alla realizzazione di impianti o dispositivi tecnologici per la promozione dell’efficienza energetica possono essere concretamente superati prevedendo nel Regolamento edilizio-tipo interventi normativi volti a favorire l’uniformità e lo snellimento delle procedure autorizzative e delle eventuali documentazioni a supporto delle richieste. Occorre, anche, stabilire l’applicazione di costi amministrativi o d’istruttoria standard, tali da non scoraggiare l’installazione di tecnologie efficienti e promuovere l’utilizzo di portali on-line accessibili da parte di cittadini e imprese per semplificare la gestione delle procedure autorizzative. Le Regioni e i Comuni devono poter adottare misure che possano garantire ulteriori semplificazioni nelle procedure autorizzative e/o nella riduzione dei costi amministrativi rispetto alle previsioni contenute nel suddetto Regolamento Edilizio. L’obiettivo potrà essere raggiunto attraverso la condivisione e la collaborazione tra i diversi attori interessati, a partire dal ministero dei Beni Culturali, Regioni e Anci. Un esempio è l’innovazione necessaria alla gestione delle pratiche amministrative, attraverso la creazione di un portale on-line utilizzabile e replicabile da parte dei Comuni, che consenta ai cittadini di individuare gli interventi di installazione di impianti da fonti rinnovabili o per l’efficienza energetica che richiedono la presentazione, presso gli uffici comunali del Settore Sportello Unico per l’Edilizia, di pratiche autorizzative da sbrigare direttamente sul medesimo portale, che deve prevedere anche la possibilità di far pagare direttamente i costi, ovvero i diritti di segreteria associati alle pratiche richieste. Il portale dovrà integrare anche i sistemi informativo territoriale (SIT) per consentire la consultazione di cartografie, zonizzazioni e carte tematiche.
Legambiente ha promosso questo convegno con Enel e il patrocinio del Consiglio Nazionale Architetti proprio perché convinta di quanto questi obiettivi siano oggi condivisi e abbiano bisogno di una spinta comune per il cambiamento. L’obiettivo è quello di fare del regolamento edilizio tipo una occasione per dare coerenza a un quadro di interventi che oggi può candidarsi ai fondi della programmazione europea 2014-2020 e giungere a una diffusa riqualificazione energetica e anti sismica del patrimonio edilizio.
Nello specifico, l’approvazione del Regolamento edilizio-tipo deve portare ad affrontare due questioni fondamentali per poter dare certezze agli interventi di riqualificazione energetica e alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio. Deve coinvolgere il Ministero dei Beni Culturali nella semplificazione degli interventi di efficienza energetica e di installazione di fonti rinnovabili.La Legge 164/2014, prevede l’individuazione di tipologie di interventi minori privi di rilevanza paesaggistica per cui prevedere l’esonero completo dall’autorizzazione paesaggistica. L’individuazione di suddetti interventi deve essere accompagnata da Linee Guida per chiarire le tipologie di intervento e puntare, nei casi previsti, alla responsabilizzazione del proponente in modo da rendere possibili anche su edifici vincolati interventi finalizzati alla riduzione dei consumi energetici per uso domestico residenziale, quali condizionatori e impianti di climatizzazione dotati di unità esterna e caldaie, e pannelli solari, termici e fotovoltaici fino. Occorre, inoltre, introdurre semplificazioni e vantaggi per gli interventi di retrofit energetico degli edifici condominiali. In questa direzione Legambiente ha avanzato proposte di revisione normativa mirate a favorire gli interventi di retrofit energetico e di consolidamento antisismico consentendo benefici fiscali ma anche la realizzazione di maggiori volumi e modifiche delle facciate e dei tetti finalizzati alla riduzione dei consumi energetici o del rumore proveniente dall’esterno. L’obiettivo deve essere, infatti, quello di adeguare il patrimonio edilizio non solo a fini energetici e ambientali nell’interesse delle famiglie ma di recuperare il patrimonio edilizio più degradato.
FONTE: Legambiente