rifiuti 4Nei primi mesi del 2015 la produzione rifiuti di alcune delle principali città italiane è in calo rispetto al 2014. Una prima analisi del fenomeno alla luce di una ripresa generale dei consumi.

 

Analizzando i dati sulla produzione rifiuti nel primo trimestre del 2015, in alcune delle principali città italiane, si evince una diminuzione della produzione complessiva rispetto ai primi tre mesi del 2014.

 

A Milano si è registrata la più corposa inversione di tendenza: a gennaio e febbraio il calo è stato del 5%, stabilizzandosi complessivamente nel primo trimestre a -4%. A Torino il calo nel trimestre è stato più contenuto, circa l’-1,6%, a fronte di un aumento dei rifiuti raccolti in maniera differenziata. Anche a Firenze è avvenuta la stessa cosa: -1,2% il calo della produzione complessiva 2015 rispetto al 2014, mentre quella dei soli rifiuti indifferenziati è scesa del 6,2%.

 

Rimanendo sempre in Toscana, anche a Pisa si è registrato un calo della produzione, pari al -3,2%.

 

Un po’ più a sud, a Perugia assistiamo ad una diminuzione ancora più consistente. Se nel primo trimestre del 2014 la produzione complessiva dei rifiuti era stata di 24.449 tonnellate, negli stessi mesi del 2015 si è scesi a 22.414, un calo di 2.035 tonnellate, pari all’8,3%.

 

Ancora più a sud invece spicca il dato di Bari dove la produzione complessiva è rimasta stabile, però anche qui si è verificato lo stesso fenomeno che ha visto calare i rifiuti indifferenziati a fronte di un aumento di quelli differenziati dovuto, nel caso specifico di Bari, ad una migliore e capillare raccolta della frazione organica.

 

Il calo generalizzato della produzione dei rifiuti potrebbe significare due cose. La prima è che potrebbe essere un successo delle politiche di riduzione e prevenzione, la seconda, più verosimile è che la ripresa dei consumi non ci sia. Anche se i dati degli ultimi giorni, esemplificativo è quello relativo alle immatricolazioni auto degli ultimi quattro mesi aumentate del +16,2% sui primi mesi del 2014, darebbero l’immagine di un sistema Italia in ripresa.

 

Proviamo ad osservare altri indicatori, per capire se è la stagnazione economica ad incidere sul calo della produzione dei rifiuti. Osservando i dati sui consumi petroliferi nazionali del primo trimestre di quest’anno, ci si accorge che il loro consumo è aumentato solo dello +0,2%. Dove i consumi di benzina sono diminuiti del -3,2% e quelli di diesel sono aumentati del 2,9%. Con il calo dei prezzi del petrolio di circa il -15% ci si poteva aspettare un aumento dei consumi almeno di qualche punto percentuale.

 

Ma il leggero aumento dei consumi petroliferi, da imputare al basso prezzo del greggio, si è visto un po’ di più solo nel riscaldamento, infatti il consumo di Gpl per riscaldamento è aumentato del +14% mentre il consumo di Gasolio del +5,5%
Se al dato dei consumi petroliferi accostiamo anche quello dei consumi energetici, Terna ci dice che “la domanda di energia elettrica si è pressappoco attestata sui medesimi livelli rispetto ai volumi del corrispondente periodo dell’anno scorso; a parità di calendario la domanda è in leggero aumento (+0,2%). La stessa crescita di +0,2% si è avuta in termini congiunturali anche rispetto all’ultimo trimestre 2014”.

 

Veniamo infine all’indicatore forse più importante. Le vendite di cibo e prodotti di largo consumo (che comportano scarto di imballaggi) sono diminuite? Pare di no. Sentiamo l’Istat: con riferimento ai primi due mesi del 2015, l’indice grezzo registra una variazione positiva dello +0,7% rispetto allo stesso periodo del 2014; le vendite di prodotti alimentari segnano un aumento dell’+1,4%, quelle dei prodotti non alimentari dello +0,2%.

 

Morale: può darsi che nei prossimi dati la discrepanza tra indice vendite dettaglio Istat e quantità dei rifiuti raccolti si risolva. Oppure si vedrà che l’aumento dello 0,7% è stato tutto assorbito da qualche minimo aumento dei prezzi e comunque in generale la gente ha speso un po’ di più, ma ha comprato cibo e cose di maggior valore quindi di minor peso e/o con minori sprechi.