La Banca Dati Anci-Conai su raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti è “uno strumento fondamentale a disposizione dei Comuni, trasparente e che soddisfa la grandissima parte dei soggetti a cui è indirizzato”. Lo sostiene Filippo Bernocchi, delegato Anci Energia e Rifiuti, ribadendo che il servizio di gestione della Banca Dati è affidata ad Anci, che lo gestisce in autonomia, con la possibilità di affidamento ad altri soggetti, dandone comunicazione al Conai; e questo è proprio ciò che avviene con l’affidamento a un’infrastruttura specializzata nell’elaborazione di dati: Anci sostiene in questo modo solo i costi di gestione di servizio senza che siano stati spesi diversi milioni per mettere in piedi una struttura ex novo.
Per quanto riguarda i costi per la sua realizzazione, aggiunge Bernocchi, “questi ammontano a 200.000 euro per elaborare i dati provenienti da 7.500 Comuni italiani che coprono il 95% della popolazione: soldi che, è bene ribadirlo, non provengono in alcun modo da fondi pubblici”. E sempre a proposito dei costi “è bene chiarire che i produttori di imballaggi non pagano i costi della raccolta differenziata ma solo i maggiori oneri della raccolta stessa”, ovvero il 27% dei rifiuti urbani e il 4% dei rifiuti totali: “Ben venga quindi una ridefinizione della normativa vigente che imponga ai produttori di imballaggi l’intero costo della raccolta differenziata”.
La Banca Dati Anci-Conai è inoltre uno strumento “trasparente”, perché i dati sono forniti dagli Enti Pubblici e sono visibili dai Comuni ai quali vengono fornite delle credenziali di accesso: in questo modo possono comunicare i dati ai propri cittadini e anche l’Antitrust può accedere ai dati attraverso delle credenziali che le sono state appositamente fornite. I dati stessi vengono inoltre resi pubblici annualmente attraverso una classifica pubblicata sui siti di Anci e di Ancitel Energia & Ambiente, come più volte ricordato agli organi di stampa che si sono interessati in questi giorni all’argomento. Al contempo la Banca Dati è uno strumento di “legalità”, perché “negli ultimi anni è stato fatto un grande sforzo per portare alla luce questi dati in zone d’Italia in cui la gestione dei rifiuti si accompagna spesso al malaffare”.
Da due anni i convenzionati, Comuni e gestori che rappresentano il 43% della popolazione (25,6 milioni di abitanti), attraverso il portale di Ancitel Energia & Ambiente, possono esprimere il loro giudizio sul funzionamento della Banca Dati: il 58% del totale dei convenzionati ha usufruito del servizio e la Banca Dati è stata valutata uno strumento “ottimo” dal 41,3%, “molto soddisfacente” dal 44,5%, “soddisfacente” dal 13,7% e “insoddisfacente” solo dallo 0,5%.
La Banca Dati Anci-Conai, conclude Bernocchi, “non è nata per fornire i costi della differenziata, ma per offrire ai Comuni i dati ambientali con una precisione e una frequenza maggiore rispetto agli altri strumenti a disposizione: si tratta del sistema più avanzato in Europa di reportistica sui green data. E’ in atto in queste ore un tentativo di mettere in pericolo uno strumento trasparente e di legalità fondamentale per la gestione dei rifiuti da parte dei Comuni”.