Parte la protesta guidata dall’Ance contro la norma che obbliga la Pa a non pagare più l’Iva alle imprese, ma direttamente all’Erario. Con la petizione “no allo split payment”, sul sito Ance, verranno raccolte tutte le firme delle aziende che lavorano con la pubblica amministrazione e che si vedranno sottrarre una liquidità fondamentale
Qui di seguito pubblicato il testo completo della petizione creata dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili:
Il 1° gennaio scorso è entrato in vigore il meccanismo dello split payment: le Pubbliche Amministrazioni dovranno versare l’IVA relativa alle cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate nei loro confronti.
La misura produce effetti gravissimi sulle imprese, incidendo sulla loro liquidità già fortemente pregiudicata dal fenomeno dei ritardati pagamenti della PA, mettendo a rischio la sopravvivenza delle imprese che operano nel settore dei lavori pubblici.
In sintesi, le imprese non ricevono più Iva dalla Pa, che la versa direttamente all’Erario, ma devono continuare a pagarla ai loro fornitori.
Al posto della liquidità, le imprese avranno in cassa solo crediti Iva.
La misura produrrà effetti negativi a cascata su tutta la filiera, innescando un circolo vizioso dalle conseguenze drammatiche su occupazione, investimenti e funzionamento dell’economia.
Perché le imprese rischiano di chiudere?
RIMBORSO CREDITI IVA
dovrebbe essere immediato
In Italia ci vogliono 2 anni e mezzo
PAGAMENTI PA
dovrebbero essere effettuati in 60 giorni
In Italia la Pa paga in media con 6 mesi di ritardo
CREDITO
Il settore delle costruzioni è vittima di un crollo dei finanziamenti concessi dalle banche (dal 2007 al 2013 complessivamente -70%)
RISULTATO: per colpire un’azienda disonesta si ammazzano tutte quelle oneste che si vedono negata una liquidità vitale in un momento così difficile.
Il form della petizione può essere compilato e sottoscritto sul sito dell’ANCE: http://www.ance.it/net_ance/petizione.aspx
FONTE: ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili