Al via il progetto “Water DROP” per la gestione integrata delle risorse idriche nel bacino del Mediterraneo.

Il progetto “Water-DROP – Water Development Resources Opportunity Policies for the water management in semi-arid areas” si inserisce nell’ambito del Programma multilaterale di cooperazione transfrontaliera “Mediterranean Sea Basin Programme 2007/2013” che opera, attraverso lo strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI), con l’obiettivo di costituire un’area di stabilità, prosperità e buon vicinato tra Paesi Mediterranei dell’UE (EUMC) e i Paesi Partner Mediterranei (MPC). Il progetto, co-finanziato al 90% dall’UE, beneficia di un contributo di circa 1,7 milioni di euro, di cui circa il 50 per cento destinato ai Paesi della sponda Sud del Mediterraneo.

Il progetto WATER DROP, coordinato dall’ENEA, avrà una durata di 24 mesi e vede il coinvolgimento di altri nove partner e tre partner associati, tra Enti di ricerca, autorità locali, Organismi Internazionali e Ong:

  • Italia : Regione Toscana, le ONG Haliéus e ARCS di Roma, più due partner associati: Regione Lazio e Water  Right Foundation.
  • Spagna: ONG ACPP di Valencia
  • Cipro: Università di Nicosia
  • Libano: Planning and Development Agency di Hermel, National Council for Scientific  Research di Beirut
  • Territori Palestinesi: Palestinian Hydrology Group
  • Giordania: IUCN Ufficio Regionale per il Medio Oriente di Amman
  • Oman: The Middle East Desalination Research Center (partner associato).

 

La gestione efficiente delle risorse idriche rappresenta un obiettivo prioritario per la maggior parte dei Paesi del bacino del Mediterraneo: molte delle criticità riscontrate in quest’ambito derivano generalmente da una gestione non appropriata delle risorse e dalla mancanza di coerenza delle politiche settoriali che, a vario titolo, incidono sull’acqua.

Per far fronte a tali difficoltà, il progetto Water-DROP intende sviluppare un approccio comune per la gestione integrata delle risorse idriche (IWRM – Integrated Water Resource Management) nel bacino del Mediterraneo, attraverso la creazione di partnership in grado di coinvolgere una pluralità di attori pubblici e privati. Tale approccio considererà gli aspetti tecnico-metodologici anche nelle le loro implicazioni sul piano gestionale, prevedendo un affiancamento per rafforzare le capacità istituzionali (capacity building) anche sul piano dello sviluppo di proposte per l’adeguamento normativo.

I beneficiari del progetto saranno i circa tre milioni di cittadini, che vivono nelle quattro aree individuate dal progetto come “pilota” (monitoraggio qualità delle acque dolci e costiere in Libano, trattamento e riuso dell’acqua a fini agricoli in Palestina, raccolta delle acque piovane in Giordania e studio di fattibilità per il recupero ambientale della palude di Torre Flavia nel Lazio), nelle quali la sopravvivenza delle comunità dipende in maniera diretta dalla gestione della risorsa acqua. In virtù di una migliore gestione integrata delle risorse idriche, queste comunità beneficeranno di un aumento della disponibilità di acqua pro-capite e della diminuzione dell’inquinamento delle acque destinate ad uso umano. Inoltre, nell’ambito del progetto, verrà condotta una campagna di sensibilizzazione che coinvolgerà 18 scuole nelle aree identificate.

FONTE: Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile

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