Entro la settimana, con ogni probabilità venerdì, il Governo dovrebbe approvare il cosiddetto Piano casa o, per meglio dire, il Piano casa 2, dato che un provvedimento con questo nome è già stata emanato, quando il premier era Enrico Letta, dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi.
La norma, fortemente voluta da Renzi e finalizzata ad accelerare e integrare il precedente decreto, prevede l’impiego di un miliardo e mezzo di risorse in quattro anni volte sia ad aiutare gli inquilini in difficoltà che ad agevolare i proprietari di case. In sostanza, quindi, a rivitalizzare il mercato degli affitti il cui principale problema è dato dalla morosità degli inquilini (provocata, ovviamente, dalla crisi), fattore che induce sempre più proprietari e lasciare le case sfitte per non correre rischi.
Il decreto introdurrà, quindi, la possibilità di una cedolare secca, che passa dal 15% al 10%, per chi si avvarrà dello strumento del canone concordato. Gli affittuari con reddito basso, poi, godranno di unadetrazione Irpef fino a 900 euro. Alla cosiddetta morosità non colpevole (si riferisce a chi non può pagare il canone perché ha perso il lavoro), inoltre, sarà fatto fronte con il fondo per gli affitti, che sarà potenziato, passando da 150 a 300 milioni di euro. Sono previsti, inoltre, incentivi per le giovani coppie che vogliono comprare casa o ristrutturare la propria, attraverso la creazione di un fondo da 2 miliardi di euro presso la Cassa depositi e prestiti; tale plafond rappresenterà la garanza per quelle banche convenzionate (finora sono 20) che erogheranno mutui o finanziamenti.
FONTE: CGIA Mestre