Il Gruppo Territoriale Area Pescara della sezione Abruzzo e Molise dell’Istituto Nazionale di Urbanistica ha inviato ai candidati sindaco a Pescara un vademecum degli “appunti” con proposte per migliorare la gestione e le politiche urbane. Le proposte spaziano dalla programmazione strategica alla rigenerazione urbana passando per la necessaria partecipazione dei cittadini alle scelte di governo del territorio.
Secondo il Gruppo Territoriale Area Pescara di Inu Abruzzo e Molise il sindaco  dovrà promuovere una collaborazione tra pari con gli altri sindaci della conurbazione costiera  e valliva.  E’ necessario iniziare a riflettere su una gestione associata dei servizi come la mobilità, lo smaltimento rifiuti, l’energia sostenibile e il sistema ecologico per far fronte alla drastica riduzione delle risorse a disposizione. Occorre inoltre un progetto di cambiamento istituzionale e organizzativo che includa anche e soprattutto attività di pianificazione strategica e strutturale del territorio di area vasta. Direttrici come il fiume Pescara, la fascia costiera, l’insieme dei centri collinari possono diventare punti di riferimento per impostare politiche di programmazione strategica che valorizzino i luoghi e le ricchezze dei singoli territori, a cominciare dalle quelle ambientali e da quelle storiche e culturali.

Nell’ottica di un nuovo strumento urbanistico generale occorre uscire dalla logica dall’emergenza e della contingenza della deregolamentazione edilizia e dei premi di cubatura a pioggia. Le misure premiali vanno ricondotte a una visione ampia, valutando le ricadute territoriali adeguate, funzionali non solo al singolo operatore, ma a tutta la comunità e finalizzando gli interventi ai nodi urbanistici principali, in chiave di rigenerazione urbana. Parole d’ordine come consumo di suolo zero, rinnovo del patrimonio edilizio pubblico e privato (in gran parte risalente agli anni Sessanta e quindi inefficiente dal punto di vista energetico), utilizzo dell’agricoltura urbana, diffusione dell’housing sociale dovranno diventare le nervature di una nuova politica urbana, rispettosa dell’ambiente e attenta all’equilibrio tra le parti della città.

In generale va acquisita un’impostazione ambiziosa e complessiva: Pescara deve essere guardata come un sistema di reti interconnesse, all’interno delle cui maglie sviluppare l’organismo urbano, in sintonia con  le propensioni e tendenze insediative di chi la abita e le esigenze di chi la utilizza e la attraversa anche ogni giorno. Il mare, il fiume e le maggiori risorse ambientali vanno collegati ai parchi urbani e, insieme alle aree ed i percorsi verdi (in gran parte da tracciare) possono costituire la rete ecologica ed ambientale. Gli spazi per la sosta veicolare, per il trasporto pubblico e la viabilità, con le sedi per la mobilità ciclabile e le aree pedonalizzate, debbono essere riconsiderati unitariamente e definire la rete della mobilità. Il sistema dei servizi deve  trarre la propria logica ed un razionale supporto dall’insieme di queste reti; esso può essere organizzato anche con una funzione di equilibrio tra le parti di città.

Nell’attuale contesto, l’introduzione di metodi partecipativi nella pianificazione urbana (Laboratori di quartieri, web communities, smart utilities) diventa necessario strumento di inclusione sociale e di parità di accesso ai servizi e alle strutture del territorio in senso allargato, oltre che di collaborazione ai processi di trasformazione abitativa. Per questo l’Urban Center dovrebbe potenziare il proprio ruolo di ascolto e di confronto sulla città.”  Pescara potrebbe dotarsi di un Regolamento comunale per la gestione condivisa degli spazi pubblici, dai parchi alle aree dismesse in corso di riqualificazione, puntando alla creazione di un patto aperto tra cittadini ed istituzione per la cura costante e condivisa della città.

FONTE: INU – Istituto Nazionale di Urbanistica (Associazione di protezione ambientale)

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