Legambiente: “Solidarietà e sostegno ad Antoci, in prima linea contro illegalità e sfruttamento del territorio”.
“Non dobbiamo lasciarlo solo”. Giuseppe Antoci si è salvato solo grazie alla scorta e all’auto blindata che lo accompagna da quando ha subito pesanti minacce per aver avviato protocolli di legalità e negato ampie zone di pascolo alla mafia.
“Al presidente del Parco dei Nebrodi – ha dichiarato la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni – deve arrivare la solidarietà e il sostegno di tutti coloro che credono nella legalità. Tutelare il territorio e garantire il rispetto delle leggi non può essere solo l’atto di coraggio di un singolo: per affermare i diritti di tutti e il bene comune, la politica della legalità deve essere condivisa e sostenuta da tutta la comunità”.
“Quello che è successo dimostra quanto la mafia sia ancora forte in quel territorio e quanto siano importanti gli atti posti in essere da Antoci – ha dichiarato Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia -. Sotto la sua gestione, è stato adottato, infatti, il primo protocollo di legalità in Italia che contiene le linee guida per contrastare i tentativi d’infiltrazione mafiosa proprio nelle procedure di concessione a privati di beni compresi nel territorio di un Parco. L’atto ha ottenuto importanti risultati: la revoca di numerose concessioni di appezzamenti di terreno a scapito di interessi mafiosi. Ad Antoci chiediamo di continuare il suo fondamentale lavoro a difesa della legalità e del territorio. Tutta la Legambiente gli è vicina e sosterrà, in ogni modo, il suo operato”.