Legambiente: “Inammissibile questo ritardo. L’Italia non perda questa occasione importante per proteggere l’agricoltura italiana dalle contaminazioni ogm”.
“Il fatto che l’Italia non abbia ancora inviato alla Commissione Europea la richiesta di escludere il territorio nazionale dal campo di applicazione degli ogm previsto dalla direttiva 2015/412 (che consente il divieto nazionale di coltivazioni geneticamente modificate), ci preoccupa molto dato che mancano solo quattro giorni al termine della scadenza previsto dalla direttiva. Nella battaglia contro gli ogm il Paese si è dimostrato in prima linea e ha sempre sostenuto la nuova direttiva, per questo non riusciamo a capire a cosa possa essere dovuto questo ritardo. Ci auguriamo pertanto che l’Italia non perda questa importante occasione e che invii entro il 3 ottobre la richiesta sul divieto di coltivazione ogm prevista dall’Unione Europea. Solo così così sarà possibile, infatti, proteggere l’agricoltura italiana dalla contaminazione delle coltivazione geneticamente modificate, continuando a garantire l’assoluta sicurezza dei prodotti agricoli di qualità e la tutela della salute dei cittadini”. È quanto dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente
A Febbraio il Consiglio di Stato aveva confermato il divieto di coltivare mais Ogm in Italia. In attesa dell’adozione delle misure comunitarie, si legge nella sentenza, «lo Stato membro può decidere se e per quanto tempo mantenere in vigore le misure d’emergenza nazionali adottate».
Il Giudice aveva riconosciuto che i Ministeri della Salute, dell’Agricoltura e dell’Ambiente hanno «correttamente ritenuto che il mantenimento della coltura del mais Mon 810 senza adeguate misure di gestione non tutelasse a sufficienza l’ambiente e la biodiversità, così da imporre l’adozione della misura di emergenza».