Torino, Bologna e Milano adottano il limite di 30 chilometri orari in ambito urbano. E’ questo il primo risultato concreto degli Stati Generali della Mobilità Nuova di Bologna che si sono chiusi con la proposta, al Governo e agli enti locali, di una serie di azioni che possano da subito decongestionare le città e rendere più efficienti gli spostamenti su scala urbana, locale e pendolare.
Gli Stati Generali di Bologna organizzati da Rete Mobilità nuova (coalizione di circa 200 associazione di cui fa parte Legambiente) hanno visto la partecipazione di 520 persone tra amministratori nazionali e locali, imprese, enti di ricerca, urbanisti, associazioni, organizzazioni di categoria e cittadini. Al termine di tre straordinari e serrati giorni di discussione è stata elaborata una carta di impegni (la carta di Bologna) che individua una serie di priorità per rendere moderna, sana, efficiente, sicura la mobilità.
Al primo posto l’elaborazione di un piano nazionale per la mobilità urbana, quindi l’adozione a livello nazionale di target di mobilità che obblighino i comuni a portare sotto il 50% la quota di spostamenti individuali in auto all’interno del proprio territorio. E ancora: cambiare il codice della strada introducendo il limite dei 30km orari nei centri urbani con eccezione delle principali arterie di scorrimento; vincolare alla realizzazione di opere per il traporto pubblico locale, pendolare e non motorizzato almeno il 50% della spesa nazionale e regionale destinata alle infrastrutture per la mobilità; prevedere incentivi di natura fiscale per le aziende che promuovono l’utilizzo dei mezzi pubblici o della bicicletta per gli spostamenti casa lavoro; adottare il sistema ISA (Intelligent Speed Adaption) come standard di sicurezza per il controllo e la limitazione della velocità delle automobili.
“Passare da una città dove i 50 chilometri orari sono la regola e i 30 l’eccezione all’esatto contrario, introducendo il limite di 30 nei centri abitati e l’eccezione a 50 sulle principali arterie di scorrimento è un atto di grande coraggio da parte di queste tre grandi città – sottolinea Legambiente – la loro scelta può davvero aprire la strada a un nuovo modello di mobilità urbana con gerarchie completamente capovolte: non più soprattutto auto e poi tutto il resto, ma pedoni, ciclisti, trasporto pubblico e pendolari al primo posto in un’ottica di reale efficienza, qualità e sicurezza dello spostamento. Peraltro limitare la velocità a 30 all’ora non è una penalizzazione per gli automobilisti i cui tempi di percorrenza urbana resterebbero praticamente invariati, è invece un modo per far sì che tutti gli utenti della strada possano fruire al meglio dello spazio pubblico”.