5 miliardi di Euro subito disponibili cancellando privilegi e rendite inique per ridurre il costo del lavoro, investire in efficienza energetica e riqualificazione ambientale. Da Legambiente e Radicali italiani una proposta di modifica della Legge di stabilità a favore di cittadini e ambiente.
Cancellare rendite contro l’ambiente e sussidi alle fonti fossili, per liberare risorse per investimenti in innovazione ambientale e per la riduzione delle tasse sul lavoro. Una proposta di legge che consentirebbe di generare 5 miliardi di euro all’anno di risorse fiscali intervenendo sul settore energetico e in campo ambientale. L’hanno scritta Legambiente e i Radicali Italiani, avanzando una vera e propria proposta di “correzione ecologica alla legge di stabilità” che interviene specificatamente nell’ambito dei canoni di concessione per le attività di escavazione e prelievo di acqua e materie prime e il conferimento a discarica dei rifiuti, e sulle bollette dove si annidano costosi sussidi diretti e indiretti al consumo di ambiente.
Intervenendo sulla fiscalità ambientale per cancellare privilegi e rendite è possibile liberare risorse per nuovi investimenti e mettere in moto processi di innovazione in settori produttivi centrali per l’economia italiana. Nel nostro paese, inoltre, chi estrae risorse preziose come l’acqua o materie prime per l’edilizia per fini privati paga canoni irrisori (a volte nulla!) a differenza di quel che avviene nel resto d’Europa, così come paga pochissimo chi conferisce rifiuti in discarica. Territorio e beni comuni quindi, sono sfruttati a beneficio di pochi privilegiati che, per politiche vecchie e miopi, pagano oneri bassissimi pur incidendo sul benessere di tutti.
La proposta è stata presentata oggi da Edoardo Zanchini (Legambiente) e Michele Governatori (Radicali italiani) in una conferenza stampa a Roma, Alla quale hanno partecipato anche Gianni Girotto (Senato, Movimento 5 Stelle), Oreste Pastorelli (Camera Deputati, Pd), Samuele Segoni (Camera, Misto – Alternativa Libera), Mara Mucci (Camera, Misto – Alternativa Libera), Pippo Civati (Camera dei Deputati, Possibile), Eleonora Bechis (Camera, Misto – Alternativa Libera), Gessica Rostellato, (Camera, Partito Democratico), Giovanni Piccoli (Senato, Forza Italia), Valerio Federico (tesoriere Radicali Italiani), Riccardo Magi (segretario Radicali Italiani), Annalisa Corrado (Green Italia), Massimo Caleo (Senato, capogruppo Pd commissione Ambiente), Mara Mucci (Camera dei deputati, Misto – Alternativa Libera), Pia Locatelli (Camera – Misto – Partito Socialista Italiano), Adriano Zaccagnini (Camera, Sinistra Italiana – Sel), Walter Rizzetto (Camera, Misto-Alternativa Libera), Massimiliano Manfredi (Camera, Partito Democratico).
Non è vero che nel nostro Paese mancano le risorse per gli interventi di efficienza energetica, per riqualificare il territorio italiano o per ridurre le tasse sul lavoro. Non occorre rinviare ulteriormente interventi che sono nell’interesse dei cittadini e dell’ambiente e che saranno al centro del prossimo vertice sul clima di Parigi, la COP21, perché intervenendo nel settore energetico e in campo ambientale è possibile da subito liberare risorse per interventi innovativi necessari alla crescita del Paese.
La proposta interviene sul settore energetico (Articolo 1 – Eliminazione regimi di favore per i combustibili fossili e ridefinizione delle accise con obiettivi ambientali), dove l’utilizzo di fonti fossili determina inquinamento e emissioni climalteranti, e dove sono individuabili esenzioni alle accise sui consumi energetici pari ad almeno 5,7 mld/a nel 2014, quasi tutte a vantaggio del consumo di fonti fossili, in gran parte nei trasporti.
Le proposte di modifica della Legge di Stabilità intervengono anche in campo ambientale (Articolo 2 – Fiscalità in materia di acque di sorgente, attività estrattive e conferimento a discarica), dove oggi il sistema di tutela e la fiscalità sul prelievo e l’uso di risorse limitate e non rinnovabili è iniquo, pro-consumo di risorse naturali e a favore delle rendite.
In campo energetico, un sistema fiscale complesso e incoerente ha introdotto nel tempo incentivi, sconti, esoneri da accise e altre imposte ambientali senza una verifica dei risultati e dei costi. Nelle bollette pesano sussidi alle fonti fossili pari a oltre 2 miliardi di Euro (nel 2012). E gli oneri generali di sistema non sono caricati in modo proporzionale bensì con un sussidio incrociato a favore soprattutto dei consumatori di taglia più grande e di quelli con più grande incidenza dei costi energetici. La proposta di modifica, agli articoli 6 e 7, interviene proponendo l’abolizione di tutte le esenzioni alle accise sui prodotti energetici, la rimodulazione delle accise sui prodotti energetici, a parità di aliquota media, con una componente proporzionale al contenuto energetico e una proporzionale alle emissioni climalteranti, senza attendere l’approvazione della normativa comunitaria che lo prevede; l’eliminazione dalle bollette dell’energia dei sussidi alle fonti fossili e dei sussidi incrociati a favore dei grandi consumatori e dei consumatori energivori; la riduzione dei sussidi agli impianti di generazione da fonti rinnovabili in misura del recupero di competitività determinato dalla riduzione dei sussidi alle fonti fossili.
In campo ambientale, dove oggi il sistema di tutela e la fiscalità sul prelievo e l’uso di risorse limitate e non rinnovabili è iniquo, pro-consumo di risorse naturali e a favore delle rendite, si interviene nell’attività di escavazione, dove i canoni di concessione stabiliti dalle Regioni sono estremamente bassi o pari a zero, con regole di tutela incomplete e inadeguate, e nelle concessioni per le acque minerali dove i canoni, stabiliti sempre dalle Regioni, sono estremamente bassi perfino in aree con difficoltà di approvvigionamento idrico. Le modifiche riguardano: l’introduzione di un canone minimo nazionale per le concessioni di coltivazione di cava differenziato per tipologie di materiali; la fissazione di un’ecotassa minima per lo smaltimento in discarica; l’adeguamento dei canoni per le concessioni di acque minerali in tutto il territorio nazionale; l’introduzione, attraverso una delega, di principi e regole di tutela uniformi in tutto il territorio nazionale che riguardino le aree da escludere dalle attività di escavazione e dalle sorgenti per ragioni di tutela ambientale; l’occupazione massima dei litorali con concessioni balneari per rispettare il diritto alla fruizione libera del demanio balneare; gli obiettivi massimi di trasformazione dei suoli a usi urbani per spingere la riqualificazione di aree dismesse o degradate.
L’approvazione delle modifiche permetterebbe di generare complessivamente risorse fiscali per almeno 5 miliardi di Euro. In particolare la revisione della tassazione sulle componenti ambientali permetterebbe di far passare i canoni per le concessioni da cava da 34 milioni di Euro/anno a 230 milioni, quelli per le concessioni di acqua minerale da 12 milioni di Euro/anno a 240 milioni, quelli per il conferimento a discarica da 40 milioni di a 500 milioni.
Per l’acqua in bottiglia oggi si pagano canoni in media pari a 0,1 centesimi per litro e con la modifica si passerebbe a 2 centesimi. Per le cave si pagherebbe il 20% del prezzo di vendita finale (oggi siamo al 3,5% e in alcune regioni è gratis). Nel sistema degli oneri regolati nelle bollette dell’energia, la fine degli sconti ai consumatori energivori darebbe un vantaggio a quelli con minori consumi sia assoluti sia in rapporto al volume d’affari (e quindi alle aziende che investono per diventare più efficienti nei consumi energetici) di almeno 1 miliardo di Euro all’anno complessivamente. La rimodulazione delle accise sui prodotti energetici, con la soppressione di esenzioni che per il 2014 sono stimate in 5,7 mld, permetterebbe di ridurre il carico fiscale sui redditi e di cofinanziare investimenti in efficienza energetica in grado di compensare le imprese più innovative tra quelle colpite dalla fine delle esenzioni.