appalti 4Via libera al nuovo Codice degli appalti, con il primario obiettivo della semplificazione della normativa, della trasparenza e della qualità. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, al termine del cdm che ha approvato il nuovo testo, “una corposa riforma che mira a rendere il sistema lavori pubblici finalmente all’altezza di un grande paese europeo”. Il nuovo Codice recepisce il vecchio e tre direttive europee e passa da oltre 600 articoli e 1.500 commi a 217 articoli.

 

La legge delega fissa come ultimo giorno disponibile per l’approvazione del decreto il 18 aprile. Prima sono necessari almeno 45 giorni per i pareri del Consiglio di Stato, della Conferenza unificata e per quello (doppio) delle commissioni parlamentari competenti per materia. La novità più grossa riguarda il massimo ribasso, “che resterà solo per casi assolutamente marginali e ben normati”. Gli appalti verranno assegnati in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. L’attenzione sarà rivolta alla qualità e non più al prezzo più basso.

 

Nel comunicato di Palazzo Chigi si precisa che sono previsti tre livelli di progettazione: il nuovo progetto di fattibilità tecnica ed economica, il progetto definitivo ed il progetto esecutivo, che viene posto a base di gara. La progettazione deve assicurare il soddisfacimento dei fabbisogni della collettività, la qualità architettonica e tecnico-funzionale dell’opera, un limitato consumo del suolo, il rispetto dei vincoli idrogeologici sismici e forestali e l’efficientamento energetico.

 

L’altra norma del codice degli appalti riformato su cui si è concentrata la maggiore tensione in queste ultime ore è quella sul subappalto. Anche qui c’erano le richieste dell’Ance, che premeva per limitare i pagamenti diretti delle stazioni appaltanti ai subappaltatori, ma c’erano anche le richieste delle imprese superspecialistiche che lamentavano la scomparsa di qualunque tetto al subappalto, con il paradosso che il costruttore-appaltatore principale avrebbe potuto prendere il lavoro e subappaltare quote molto ampie di impianti e lavori specialistici di alto livello tecnologico senza dover costituire con l’impresa specialistica un’associazione temporanea.