infrastrutture“Una giornata molto importante e una svolta ieri al Cipe”: così il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, sugli investimenti infrastrutturali deliberati il 10 agosto. “E’ chiaro l’impegno del Governo Renzi – ha spiegato il Ministro – non solo di ottenere più flessibilità, ma anche dare più disponibilità agli investimenti italiani, con una maggiore spinta agli investimenti pubblici non distribuiti a macchia di leopardo ma, ed è questa la grande novità, decidendo insieme, Governo e Regioni, le grandi priorità trasportistiche, logistiche e di sicurezza”.

 

“Questo non è l’annuncio di investimenti, ma il punto finale di un lavoro durato tutto quest’anno, sia con i patti per il Sud, sia con il FSC, sulla base di programmi concordati e selezionati con le Regioni di messa a punto delle priorità del Paese e degli interventi più facilmente cantierabili e necessari”.

 

In particolare, alla conferenza stampa al Mit, il Ministro si è soffermato sugli 11,5 miliardi di FSC per le infrastrutture e i trasporti, ripartiti alla Cabina di regìa, e sugli 8,9 mld dell’aggiornamento del contratto di programma Rfi 2016, approvati ieri al Cipe.

 

LA “CURA DEL FERRO”

 

Le policy del Mit sono leggibili negli investimenti approvati. In particolare la “Cura del ferro” è rivolta a tre temi principali, tpl, sicurezza, corridoi.

 

Linee regionali

 

“La cosiddetta “cura del ferro” – afferma Delrio – assume dimensioni notevolissime e si concretizza con gli 8,9 miliardi del contratto di programma Rfi a cui vanno aggiunti non più 1,8 miliardi, bensì 2,1 miliardi di interventi su ferrovie regionali dal Fsc. Complessivamente gli investimenti sulle ferrovie superano gli 11 mld, ai quali vanno aggiunti 300 mln per la messa in sicurezza delle ferrovie concesse di competenza esclusiva delle Regioni. C’è una politica di cura del ferro e, al suo interno, una politica di particolare attenzione alle linee regionali e alla loro messa in sicurezza”.

 

Corridoi

 

La “cura del ferro” significa, inoltre, che si finanziano i lotti costruttivi dei grandi corridoi: dentro il programma Rfi ci sono “un forte investimento (1,630 mld) sul IV lotto del Terzo Valico, lungo il corridoio Genova – Rotterdam e, quindi, il corridoio merci più importante d’Italia tra Nord e Sud con il finanziamento del IV lotto dell’altro grande corridoio europeo del Brennero (1,2 mld).

 

Il finanziamento sul Terzo Valico, ha sottolineato Delrio, contempla anche l’accordo concluso recentemente per l’assunzione di 150 persone, delle quali circa 80 subito, grazie al Commissario del Terzo valico, enti locali e i Sindacati: “Sono cantieri “veri” e vogliamo farci trovare pronti per il 2021, quando la Svizzera aprirà il Ceneri, contribuendo a dare logica e continuità al Corridoio di Genova”.

 

Un ulteriore investimento per oltre 1,7 mld è sull’A/V nel Mezzogiorno, in particolare Napoli – Bari e Catania – Palermo”. Un pacchetto di risorse che indica la strategia: oltre ai Corridoi, l’AV al Sud “dove abbiamo già pubblicato i bandi e i cantieri preliminari della Napoli-Bari sono già partiti, sono stati già pubblicati i bandi della Napoli – Cancello – Frasso Telesino e adesso si finanziano gli altri lotti successivi per dare continuità ai cantieri”.

 

Quindi, “corridoi e investimento sulle linee regionali”, secondo la strategia che presuppone una particolare attenzione ai pendolari e alle reti regionali: “I Grandi corridoi non devono far dimenticare la quotidianità”.

 

Piano Metropolitane

 

E’ stato reintrodotto, con risorse Fsc, un finanziamento strutturale al sistema metropolitano: “Nel Cipe di ieri – commenta Delrio – c’è una scelta del Governo sulle città metropolitane. Il Presidente Renzi ha sempre detto che sono una scommessa di sviluppo del Paese e lo dimostriamo con i fatti, visto che ci sono 1,350 miliardi sulle reti metropolitane, per la prima volta di nuovo un finanziamento strutturale. Risorse per interventi già pronti per essere avviati. Parliamo ad esempio di Torino, Milano, Napoli e anche del sistema metropolitano di Cagliari. La “cura del ferro” viene portata anche all’interno delle metropoli e nel trasporto pubblico nazionale”.

 

Tra sistema metropolitano e sistema delle linee regionali vi sono risposte a situazioni “storiche”: dall’elettrificazione delle linee regionali per cui sono previsti quasi 300 mln, ai nodi ferroviari come il nodo ferroviario merci di Mestre o il raddoppio ferroviario della linea Empoli–Granaiolo e interventi riguardanti il sistema metropolitano romano con investimenti per la tratta Roma-Viterbo e la Roma–Lido.

 

Considerando oltre al contratto Rfi e al potenziamento delle linee regionali, anche la sicurezza ferroviaria regionale e il piano metro, la “cura del ferro” deliberata al Cipe arriva a 12,6 miliardi.

 

POTENZIAMENTO DELLE PRINCIPALI DIRETTRICI STRADALI

 

Sempre dal Fondo Fsc, 5,8 mld concordati con le Regioni vanno ad aggiungersi ai finanziamenti che Anas ha già a disposizione per il potenziamento e il completamento degli assi viari.

 

“Sono previsti interventi sulle grandi direttrici” ha detto il Ministro, per esempio sulla fluidificazione della ss 16 Adriatica, la Orte – Civitavecchia, la Basentana: “Con le Regioni abbiamo scelto di intervenire sui grandi assi cercando di completarli e metterli in sicurezza, potenziando l’intermodalità e la logistica”. Ci sono investimenti che riguardano l’hub portuale di Savona, perché “se puntiamo sui porti, dobbiamo programmare opere di connessione tra i porti e i corridoi”.

 

“Si risolvono i nodi, Regione per Regione – continua il Ministro – dando soluzione strutturale ad alcuni problemi, dal completamento della Pedemontana piemontese alla Orte–Civitavecchia”.

 

Fari puntati sui cantieri della ss 106 Jonica “su cui adesso ci concentriamo”. Un punto “rilevantissimo, e molto importante per la Calabria, dopo essere riusciti a fare in modo che il primo esodo fosse sereno, tranquillo, regolare e senza code sulla tratta Salerno–Reggio Calabria finalmente rinnovata”. Ieri è stata sbloccata la prima parte del terzo megalotto della Jonica, “un’opera da 1.100 mln e nel piano programma ci sono anche altri investimenti”.

 

Al problema delle opere pubbliche italiane, “la mancanza di buoni progetti e di risorse certe” Delrio risponde con “una forte programmazione che va di pari passo con la progettualità”. Questo garantisce, “ad esempio ad Anas, un programma quinquennale e di progettare per tempo le opere, come nel caso di Matera 2019, dove la progettazione deve cominciare adesso”.

 

UN PIANO NAZIONALE PER LE DIGHE

 

All’interno degli 11,5 miliardi di investimenti ci sono 300 milioni per la messa in sicurezza del sistema nazionale delle dighe. Anche questa una novità. “Purtroppo – ha commentato il Ministro – le dighe stanno lavorando ad un ritmo e una capacità inferiori a quella teoricamente disponibile per la mancanza di piccoli investimenti. Per questo c’è l’idea di metterle a pieno regime, con un piano organico nazionale, come abbiamo fatto sul dissesto idrogeologico, sull’edilizia scolastica, sulla banda ultra larga, per il ripristino della piena capacità delle dighe nazionali”.

 

“La programmazione per opere utili e non faraoniche, utili a riconnettere il Paese – ha concluso il Ministro – credo dia molta serenità e garanzia ai territori e anche al sistema produttivo del Paese”.