Ripartire dalle città per far ripartire l’Italia. E per farle ripartire c’è bisogno di un cambiamento di mentalità nel governo delle politiche pubbliche. Non più “silos” verticali che guardano settorialmente ad aspetti specifici del vivere urbano (edilizia, ambiente, energia, lavoro…), ma una vera visione integrata, una vera governance urbana che abbia come ultimo fine ed obiettivo la persona che vive, studia, lavora, visita o semplicemente “utilizza” la città. E’ stato questo il messaggio centrale della conferenza stampa di Smart City Exhibition 2014 dal titolo “Costruiamo le città del futuro”, perché è proprio all’interno dei bacini urbani, definiti da L. Mumford come i punti di massima concentrazione dell’energia e della cultura di una comunità, che prendono forma problemi complessi, ma anche opportunità altrove irraggiungibili. Ed è quindi proprio in queste realtà, sempre più interrelate e in costante evoluzione che si gioca la possibilità di dare una svolta al nostro paese.

Perseguire il paradigma della Smart City, quindi, non è uno slogan, ma un’opportunità concreta per non perdere ancora competitività. Proprio per questo motivo “l’appuntamento di Smart City Exhibition 2014 ha l’ambizione di offrire una visione a trecentosessanta gradi delle città prestando attenzione soprattutto al tema della governance e delle politiche” ha spiegato Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FORUM PA.

La Comunità Europea già da anni ha messo al centro della propria Agenda la questione urbana al fine di avviare politiche di sviluppo sostenibile e coesione sociale. Come ha sottolineato Mauro Bonaretti, Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri “Se il Paese ha una possibilità di ripartire è proprio dai territori che verrà. Innovazione, sviluppo e crescita ripartiranno solo se sapremo rimettere in moto le città. L’energia necessaria per sbloccare il Paese è nei territori, nelle città”.

Sentiamo dire già da tempo che le città rappresentano i centri nevralgici della cultura e dell’innovazione, ma quanto realmente ne siamo consapevoli in Italia? Ad oggi ci sono molti progetti e cantieri avviati, ma anche per le realtà più avanzate (Genova, Torino e Milano ad esempio) è forse ancora improprio parlare di “Smart City” in senso stretto. Proprio su questo urge una riflessione. La mancanza divisione e di strategie incide pesantemente sul progresso, la competitività e la capacità di innovarsi delle realtà urbane italiane. Smart City non è un bollino da ostentare, ma un progetto di città da perseguire con risorse ed alleanze da combinare strategicamente. Le città hanno bisogno di piani strategici di sviluppo di lungo termine, che sappiano andare oltre l’emergenza. Hanno bisogno di una chiara visione del proprio futuro, non astratta, ma concreta: un piano, una roadmap per rompere con l’inerzia del passato e proiettarsi verso il futuro con una prospettiva integrata, chiara, realizzabile.

Strategie politiche integrate sono essenziali nello sviluppo di città, anche e soprattutto di città metropolitane, che intendano evolvere ed innovarsi adottando il paradigma smart. Allo stesso tempo però non possono essere sufficienti le sole scelte strategiche locali, né i 368 progetti smart mappati dall’Osservatorio Smart City di ANCI su tutto il territorio nazionale. Oggi più che mai “abbiamo bisogno di una politica integrata a livello centrale”, ha dichiarato A. Galdi, una politica di sviluppo per l’intero Paese che sposti il proprio baricentro sulle aree urbane.

In Italia, secondo l’ultimo Rapporto Cittalia sulle Città Metropolitane, circa 20 milioni di persone abitano i territori delle 10 città metropolitane, che coprono il 11% del territorio nazionale, e in questi si produce circa il 35% del Pil del paese. Nonostante questo, l’importanza del ruolo economico e sociale che le città rivestono sembra non essere ancora realmente chiara. Siamo alla vigilia del prossimo ciclo di programmazione europea 2014-2020, nel mezzo di una crisi economico-finanziaria, e ci troviamo ancora senza una strategia politica urbana di livello nazionale e senza aver preparato le 10 città metropolitane a cogliere le migliori opportunità e risorse che verranno dall’Unione Europea. I fondi comunitari “saranno una massiccia dose di risorse”, continua Galdi: “parliamo di oltre 44 miliardi di euro che arriveranno nei nostri territori”.

Mettere in campo progetti e micro iniziative settoriali che non rientrano in un più ampio progetto di città significa perdere occasioni preziose, anzi disperderle. Non possiamo davvero più permetterci di sprecare tempo e risorse: dobbiamo costruire le condizioni che abilitino le nostre città a trasformarsi in volano per lo sviluppo economico a livello nazionale, e dobbiamo farlo a livello di sistema Paese. Come ha concluso il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio “L’innovazione delle città, la rigenerazione urbana, l’efficientamento energetico, le politiche per le smart city e le smart community, le politiche abitative… sono sfide decisive che vogliamo affrontare e vincere insieme: governo centrale, amministrazioni locali, imprese e cittadini”

Affrontare l’inadeguatezza degli assetti di governo è ormai questione di prioritaria importanza: è in gioco la capacità del nostro paese di produrre ricchezza e di far crescere capitale umano invece che drenarlo. Dal 22 al 24 ottobre l’appuntamento a Bologna con Smart City Exhibition sarà l’occasione per affrontare anche questo tema, conoscere esperienze virtuose di respiro internazionale e approfondire nuovi modelli di governance.

FONTE: Forum PA

AUTORi: Martina Cardellini e Tommaso Del Lungo

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