Quali sono le misure europee adottate contro l’inquinamento atmosferico? Sono davvero efficaci?
Sono queste le domande cui intende rispondere la Corte dei Conti Ue alla quale intende rispondere, accingendosi a espletare un audit sull’argomento proprio perché l’inquinamento atmosferico è “il singolo rischio ambientale per la salute” di maggior rilievo in Europa.
Provoca ogni anno – secondo le stime – 450 000 decessi prematuri dovuti a malattie respiratorie e di altro genere. Provoca impatti economici e ambientali, che vanno dalle spese mediche più elevate e dalla minore produttività ai danni arrecati alla vegetazione e agli ecosistemi. E l’Unione europea spende oltre 2 miliardi di euro per la lotta all’inquinamento atmosferico.
Tanto che in un intervento a Varsavia, il Presidente della Corte dei conti europea Klaus-Heiner Lehne ha affermato: “Il nostro compito è esaminare la spesa in settori che riguardano la vita quotidiana dei cittadini dell’UE, i loro problemi e bisogni. Ecco perché intendiamo esaminare le misure adottate per la qualità dell’aria e l’igiene ambientale.” Dunque la Corte, così come afferma Janusz Wojciechowski, il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit, verificherà “l’efficacia delle misure nazionali e dell’Ue per ridurre l’inquinamento atmosferico. Alla luce anche del quadro normativo europeo in materia, valuteremo se i fondi dell’Ue vengono spesi con oculatezza”.
Nel far ciò la Corte si avvarrà del contributo di 15 istituzioni di controllo di paesi europei e non europei. In tal modo cercherà di stilare una relazione congiunta, volta a fornire un’immagine attendibile e accurata della situazione nei vari paesi individuando le buone pratiche e le soluzioni efficaci. Non sono ancora disponibili cifre dettagliate sui finanziamenti Ue erogati per ridurre l’inquinamento atmosferico, ma finora gli auditor della Corte hanno rilevato che nella voce generica di “qualità dell’aria” rientra una spesa superiore a 2 miliardi di euro. Questo dato non include il sostegno aggiuntivo fornito attraverso settori quali i trasporti e l’industria.
È la direttiva sui limiti nazionali di emissioni che fissa massimali di emissione per ciascuno Stato membro e per l’Ue nel suo complesso. Ed è la stessa direttiva che obbliga gli Stati all’elaborazione, all’adozione e all’attuazione di programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico e al monitoraggio e alla comunicazione degli inquinanti e ai loro effetti.
Per ora dai dati forniti si evince che molte città europee sono ancora afflitte dal problema dell’inquinamento atmosferico. Per non parlare del fatto – così come si deduce dal primo riesame dell’attuazione delle politiche ambientali dell’Ue, condotto dalla Commissione europea e pubblicato il 6 febbraio 2017 – 23 Stati membri su 28 violano le norme relative alla qualità dell’aria.