Voler bene all’Italia, centinaia di eventi e iniziative hanno animato la grande festa nazionale dei piccoli comuni italiani con biciclettate e camminate lungo cammini storici e itinerari inediti. Da questi territori tante esperienze di green economy ed economia circolare incentrate su turismo, rigenerazione urbana e recupero delle aree agricole. Da San Leo a Castel Giudice le testimonianze di una straordinaria Italia minore. Legambiente: “L’alternativa green e politiche mirate sono una chiave fondamentale per recuperare e far rinascere questi borghi contrastando lo spopolamento”.
“Innovazione, sviluppo sostenibile, esperienze di green economy e soprattutto di economia circolare dal basso: dai piccoli comuni italiani arriva una grande lezione di modernità e di scommessa per affrontare il futuro. L’Italia abbia il coraggio di puntare e di investire su queste aree interne e sulla loro forza territoriale”.
È questo il messaggio che lancia oggi Legambiente in occasione della giornata conclusiva di Voler Bene all’Italia edizione 2016, la festa dei piccoli comuni, sostenuta da Menowatt Ge, che in questo ponte del 2 giugno ha animato i tanti borghi italiani con centinaia di iniziative lungo cammini storici e religiosi ed itinerari inediti tra camminate e biciclettate: dalle Marche, tra San Ginesio, Amandola, Urbisaglia e Mogliano, lungo la Quadriciclo e la Lauretana, all’Alta Murgia, con la grande biciclettata di 81 km sulla cicloturistica da Matera a Castel Monte, dal percorso naturalistico di quattro chilometri organizzato lungo il Cammino dell’Aniene tra Anticoli Corrado-Marano Equo a quello nell’Isola dell’Elba alla scoperta del santuario delle farfalle. Ed ancora da Posada in Sardegna nel cuore del Tiepilora a Viggiano, in Basilicata, passeggiando nella Val d’Agri in Basilicata per arrivare a San Leo, in Emilia Romagna lungo la via di San Francesco per riscoprire il piccolo paese dove il Santo arrivò dopo un lungo peregrinare e dove gli venne donato il Monte della Verna.
Quattro giorni di festa (con il patrocinio dei ministeri dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dei Beni e le Attività Culturali), pensati per far riscoprire le bellezze di questi territori, promuovendo il paesaggio, un turismo di qualità, una mobilità dolce e il buon vivere di questi borghi che oggi rischiano di scomparire, di diventare “borghi fantasma” a causa del forte disagio insediativo. Eppure in questi territori c’è tanta voglia di vivere e di rinascere: lo dimostrano le tante piccole ricette anticrisi di green economy e di economia circolare, raccolte nel Quaderno “Futuro green- La sfida in comune”, realizzato da Legambiente e Legacoop, che partono dal basso coinvolgendo cittadini e cooperative di comunità, e che mettono al centro la valorizzazione del potenziale turistico, la rigenerazione urbana legata al recupero del patrimonio storico e l’uso di aree agricole abbandonate e del bosco. Esperienze che Voler bene all’Italia ha anche raccontato in questi giorni di festa: dall’esperienza turistica di San Leo, in provincia di Rimini, che ha saputo nel tempo valorizzare e potenziare il turismo del piccolo borgo legandolo al cammino di San Francesco a quella di Castel Giudice, piccolo paese in provincia di Isernia nel cuore dell’Appennino Molisano, che ha realizzato ad esempio una residenza assistenziale per anziani recuperando un antico edificio scolastico in disuso, ed ha creato un melato biologico recuperando trentacinque ettari di terreno agricolo in disuso.
“I piccoli comuni – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – sono laboratori da preservare e valorizzare. Le tante buone pratiche messe in atto in questi territori dimostrano che è qui che si svolge una partita importante fatta di innovazione, sostenibilità ambientale ed economia circolare. In alcune realtà lo spopolamento si è fermato proprio perché si è rafforzata una vocazione turistica incentrata sulla qualità, in altre la vicinanza ad aree urbane ha portato a inversioni demografiche, in altre ancora scelte lungimiranti di innovazione ambientale o di accoglienza dei migranti hanno permesso un nuovo rilancio. Ma queste esperienze da sole non bastano, per rilanciare queste aree interne e ridare loro speranza e attrattività servono anche politiche e interventi mirati altrimenti rischiamo di perdere questo grande patrimonio italiano che caratterizza e rappresenta parte del nostro Made in Italy”.
Pilastri green – Turismo e rigenerazione del patrimonio edilizio, recupero del patrimonio boschivo e delle aree agricole, utilizzo delle fonti rinnovabili ed efficienza energetica sono per Legambiente tre pilastri green dai quali partire. C’è ad esempio la scommessa legata ad un nuovo tipo di turismo, quello dei cammini e alla mobilità dolce. In Italia abbiamo circa 7mila km tra cammini naturalistici, religiosi e storici che se messi a sistema possono davvero aiutare i piccoli comuni. L’esempio arriva dalla via Francigena, l’antica via della fede da Roma da Canterbury a Roma. In Toscana, dove è stato sviluppato un masterplan su questo itinerario, la via significa ad esempio il 13% del flusso turistico. C’è poi chi come il piccole comune di Jelsi, in provincia di Campobasso, uno dei tanti protagonisti di questa edizione di Voler Bene all’Italia, ha realizzato la prima «Casa del Pellegrino», luogo di sosta e di ristoro per tutti i viandanti che percorrono la Via Micaelica lungo la quale di trova il paesino. Un’idea piacevole anche per far accogliere e far sostare i turisti-pellegrini.
Altro pilastro green è il recupero del patrimonio boschivo e delle aree agricole abbondate. Nel nostro paese la superficie forestale ha raggiunto i 10,9 milioni di ettari ed è cresciuta di quasi il 6% rispetto al 2005. Negli ultimi trent’anni i boschi hanno conquistato oltre 3 milioni di ettari e oggi coprono un terzo della nostra penisola. Qui viene utilizzato solo il 30% della nuova superficie boschiva che cresce ogni anno, contro il 60%-90% dell’Europa. Inoltre nonostante l’industria italiana del legno sia la prima in Europa e gli arredamenti del made in Italy siano apprezzati in tutto il mondo, siamo il primo importatore al mondo di legna da ardere, di pellet e cippato, con una spesa che si aggira intorno ad un miliardo di euro. Un punto di partenza per contrastare l’avanza del bosco, dovrebbe essere la valorizzazione del patrimonio forestale pubblico, considerato che in Italia il 32,4% dei boschi è di proprietà dello Stato, delle regioni e dei comuni. Un esempio importante è quello della cooperativa di comunità I briganti del Cerreto, nata a Cerreto d’Alpi, piccola frazione del comune di Ventasso (RE), che tra le diverse attività si occupa ad esempio anche del recupero dei castagneti: dalla manutenzione alla lavorazione della castagna.
Infine non meno importante è il recupero delle case vuote e degli edifici storici, e l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Qui molti piccoli comuni stanno già facendo scuola, come il comune di Brighisella che ha dato avvio ad un progetto di recupero del centro storico. Oppure il paesino di San Lorenzo Bellizzi (CS), situato all’interno del Parco del Pollino e con 660 abitanti, che con un progetto avviato nel 2012 ha deciso di utilizzare alcuni terreni, ceduti a titolo gratuito ad alcune cooperative agricole locali, per realizzare 15 MW di impianti fotovoltaici su serre. Le entrate derivanti dal Conto energia, circa 80.000 euro l’anno, sono state ridistribuite in questi anni alla cittadinanza attraverso l’esenzione della TASI.
Un’opportunità concreta per i Comuni sostenibili arriva dalla filiera tutta italiana, finalizzata alla creazione di una rete efficiente di illuminazione pubblica, con tagli alla bolletta energetica, riduzione degli sprechi, integrazione di servizi di smart city e smart metering, è quella realizzata da Menowatt Ge, l’azienda che ha sostenuto Voler bene all’Italia: “Il sistema di illuminazione pubblica riverse un ruolo centrale nel percorso da intraprendere per migliorare ed efficientare il territorio – ha sottolineato Adriano Maroni, amministratore delegato di Menowatt Ge – La pubblica illuminazione è un asset strategico e fondamentale per lo sviluppo di tanti servizi comunali tali da rendere intelligente il rapporto con il territorio. Un appello agli amministratori locali: non perdiamo questa eccezionale possibilità”.