Dopo l’ennesima alluvione verificatasi questa notte a Genova, la CGIA torna a denunciare ancora una volta lo “scandalo” dell’utilizzo delle imposte ambientali pagate dai contribuenti italiani. Soldi, è bene ricordarlo, che le Amministrazioni pubbliche dovrebbero impiegare per finanziare la realizzazione delle opere di protezione ambientale: invece, da più di venti anni vengono quasi totalmente utilizzati per “coprire” altre voci di spesa.

 

Denuncia il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi:

“Spesso ci sentiamo dire che questi disastri si verificano anche perché non ci sono le risorse per realizzare gli interventi di manutenzione del territorio e di messa in sicurezza dei corsi d’acqua. Purtroppo, le cose non stanno così. Nel 2012 le imprese e le famiglie italiane hanno versato all’Erario, alle Regioni e agli Enti locali la bellezza di quasi 47,2 miliardi di euro di tasse ambientali. Di questo importo, solo 463 milioni di euro, pari allo 0,98 per cento, sono stati destinati alle attività di salvaguardia ambientale per le quali sono state introdotte, vale a dire le opere e gli interventi per la messa in sicurezza del nostro territorio. I rimanenti 46,7 miliardi, invece, sono stati impiegati per altre finalità”.

Purtroppo, questa situazione si trascina dall’inizio degli anni ’90.

“Si pensi che in più di 20 anni – conclude Bortolussi – gli italiani hanno versato ben 847,3 miliardi di euro di tasse verdi: ebbene, solo 7,3 miliardi sono stati effettivamente destinati alla protezione dell’ambiente. Un’anomalia tutta italiana che qualcuno, soprattutto dopo l’ultima calamità accaduta a Genova, dovrebbe, almeno politicamente, darne conto”.

E’ bene che i contribuenti sappiano che tutta quella sequela di imposte spesso sconosciute che “sborsano” quando fanno il pieno all’autovettura e quando pagano la bolletta della luce o del gas/metano, il bollo dell’auto o l’assicurazione dell’auto, non vanno a sostenere le attività di salvaguardia ambientale per le quali sono state introdotte, bensì a finanziare altre voci di spesa.

L’elenco delle tasse e delle imposte ambientali che grava sugli italiani è lunghissimo. I tre grandi capitoli su cui insistono le imposte “verdi” sono: energia, trasporti ed inquinamento.

 

Vediamone l’elenco:

 

  • Le imposte sull’energia

Sovrimposta di confine sul GPL

Sovrimposta di confine sugli oli minerali

Imposta sugli oli minerali e derivati

Imposta sui gas incondensabili

Imposta sull’energia elettrica

Imposta sul gas metano

Imposta consumi di carbone

 

  • Le imposte sui trasporti

Pubblico registro automobilistico (PRA)

Imposta sulle assicurazioni Rc auto

Tasse automobilistiche a carico delle imprese

Tasse automobilistiche a carico delle famiglie

 

  • Le imposte sulle attività inquinanti

Tributo speciale discarica

Tassa sulle emissioni di anidride solforosa e di ossidi di zolfo

Tributo provinciale per la tutela ambientale

Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili

 

Consulta l’allegato: CGIA Mestre – Tabelle mancata salvaguardia del territorio

 

FONTE: CGIA Mestre

 

territorio