Emergenza abitativa – Pur apprezzando il finanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso all’abitazione e l’incremento delle risorse destinate a Fondo morosità incolpevole, le risorse previste sono molto lontane da quelle necessarie e mal distribuite. Sono maggiori dal 2016 (circa 60 milioni di euro) quando, ci auguriamo, la situazione finanziaria sarà migliorata. Ma se continua l’attuale trend, da qui al 2016 ci saranno circa 120 mila famiglie che subiranno uno sfratto. E per l’anno in corso sono invece previsti solo 35,7 milioni’’.
Questa una delle principali considerazioni espresse dall’Anci durante un’audizione davanti le commissioni riunite Lavori pubblici, comunicazioni e Territorio, ambiente, beni ambientali del Senato sul decreto legge n.47 “Misure urgenti per l’emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015”.
A rappresentare il punto di vista dei Comuni – sintetizzato in un documento consegnato ai senatori – l’assessore alle politiche abitative del Comune di Bologna, Riccardo Malagoli.
Nel documento l’Associazione dei Comuni pur accogliendo favorevolmente la decisione di ridurre l’aliquota della cedolare secca per i contratti a canoni concordati (art.9) dal 19% al 10% è stata espressa preoccupazione sulle modalità di riparto che potrebbero cancellare le poche risorse disponibili per attività o iniziative di scarso sostegno alle categorie disagiate.
Rispetto all’amministrazione delle risorse, infatti, l’articolo apre alla destinazione dei fondi per costruire nuove agenzie o nuovi istituti, mentre sarebbe auspicabile, nell’interesse del soggetto svantaggiato, destinarle direttamente alle misure di sostegno, rispettando il principio di riconoscere in capo alle Regioni le attività legislative e programmatorie ed in capo ai Comuni le attività di gestione.
L’assessore Malagoli, nel corso dell’audizione, ha poi ricordato l’urgenza di una armonizzazione delle diverse leggi regionali con una legge dello Stato nuova che tenga conto dei tempi e che metta tutte le Regioni nelle condizioni di utilizzare gli stessi meccanismi” e in in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica ha ribadito che “è importante che le vendite, che già si possono eseguire, tengano conto dei problemi gestionali provocati ai Comuni o alle aziende che gestiscono gli immobili dalle precedenti operazioni di alienazione”.
In conclusione, l’Anci ritiene necessario procedere ad una revisione della legge 431/98 e ad un aggiornamento della delibera CIPE del 13 novembre 203 che individua i Comuni ad alta tensione abitativa, anche ai fini di una maggior applicazione della cedolare secca per i contratti a canone concordato.

Scarica il documento: Misure urgenti per l’emergenza abitativa , per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015

FONTE: Anci

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