Ecosistema Scuola 2018, il rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi evidenzia sempre maggiori differenze fra i territori.
Più trasporti, mense e progetti educativi per chi va a scuola nelle regioni del centro e soprattutto del nord, mentre al sud due studenti su quattro sono esclusi dai servizi base. Anche gli edifici scolastici fanno la differenza.Il patrimonio edilizio scolastico diffuso, al centro e nel settentrione è mediamente più controllato, sicuro e manutenuto di quello diffuso nel meridione e nelle isole.
Una situazione preoccupante dal punto di vista della sicurezza, perché ai minori controlli corrisponde una maggiore fragilità sismica del territorio. Al sud 3 scuole su 4 sono in area a rischio sismico. In Sicilia la situazione peggiore: quasi il 98,4% delle scuole. Fa eccezione Cosenza che ha tutte le scuole con le certificazioni richieste
Questo, in estrema sintesi, quanto emerge dal Rapporto Ecosistema Scuola presentato in apertura del Forum, che si è tenuto a Napoli sul mondo della scuola, promosso da Legambiente insieme a Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, che ha visto partecipare e confrontarsi Comuni, amministrazioni centrali, dirigenti scolastici, docenti, famiglie, studenti e aziende su sfide e opportunità in campo per un’edilizia scolastica sicura e sostenibile e servizi che abbiano una elevata qualità. Per una scuola che sappia essere luogo di innovazione e benessere.
I numeri del rapporto
Nel complesso la fotografia è abbastanza chiara: nella top ten di Ecosistema Scuola 2018 troviamo tutti Comuni del nord, con la sola eccezione di Prato (7º): dopo Bolzano (1º) e Trento (2º) abbiamo Bergamo (3º) e ben 4 capoluoghi dell’Emilia Romagna: Reggio Emilia (4º), Piacenza (5º), Parma (6º), Rimini (10º). Gli altri Comuni presenti sono Pordenone (8º) e Verbania (9º). In coda, come già detto, le città del Sud e delle isole: ultima in graduatoria Messina, preceduta da Foggia (82º), Palermo (80º), Reggio Calabria (79º), Siracusa (78º), Potenza (77º), Sassari (75º) e Crotone (74º). Sempre in fondo, una città del centro, Latina (81º) e una del nord, Trieste (76º). E’ Firenze (18º), tra le grandi città a posizionarsi nella parte più alta della classifica, quindi Torino (20º), Milano (27º) e Napoli (32º), seguono a distanza Venezia (52º), Catania (53º), Bari (62º), Genova (69º), mentre nella parte più bassa troviamo Reggio Calabria, Palermo e Messina. Roma invia dati incompleti e pertanto non entra in graduatoria. Bologna e Cagliari non inviano dati.
“Abbiamo sempre di fronte un quadro di urgenza ed emergenza – ha dichiarato Vanessa Pallucchi, responsabile Scuola e Formazione di Legambiente -, crediamo che per dare una scuola sicura a tutti gli studenti occorra accelerare gli interventi di riqualificazione dando priorità alla messa in sicurezza delle scuole nelle aree sismiche più vulnerabili e al miglioramento delle prestazioni energetiche. Gli enti locali vanno aiutati con una semplificazione delle linee di finanziamento e sostenuti in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori. Occorre poi aprire una nuova fase dell’edilizia scolastica ed utilizzarla come leva di rigenerazione di territori e quartieri. Le zone più svantaggiate del nostro paese sono quelle dove dobbiamo andare a investire su scuole più belle e innovative. Ora accade esattamente il contrario. Una sperequazione che vediamo anche nei servizi scolastici, che sono una parte importante del modello di governance che si dà un territorio rispetto agli stili di vita individuali e collettivi. Un piedibus che ben funziona o una mensa sana e accogliente, aiutano a ricostruire quella comunità e quei processi di condivisione di cui ora abbiamo tanto bisogno”.
Il Dossier completo è qui: https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-scuola-2018