Grande successo ieri per il sit-in davanti al Senato delle 25 associazioni che hanno sottoscritto l’appello “Ecoreati subito nel codice penale”, promosso da Legambiente e Libera. Un successo per la partecipazione in piazza e per i risultati ottenuti sui lavori dell’Aula di Palazzo Madama.
I numeri della manifestazione sono stati davvero rilevanti. Oltre a noi di Legambiente e a Libera, in piazza erano fisicamente presenti Wwf, Lipu, Associazione italiana esposti amianto, e le associazioni di categoria Coldiretti, Cia e Federambiente. Tutti uniti e compatti dietro allo striscione “In nome del popolo inquinato”.
La risposta dei parlamentari è stata altrettanto importante. Sono arrivati per primi Ermete Realacci (Pd), Salvatore Micillo (M5s) e Serena Pellegrino (Sel), i tre deputati primi firmatari del ddl ora in discussione al Senato, e Luigi Di Maio, vice presidente della Camera. Poi sono arrivati alla spicciolata tanti altri: il senatore Pasquale Sollo, relatore Pd del provvedimento, le senatrici M5s Paola Nugnes e Vilma Moronese e di Sel Loredana De Petris, i senatori pd Felice Casson e Stefano Vaccari. Ci hanno raggiunto anche gli onorevoli Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, e Chiara Braga, responsabile ambiente del Pd.
Il nostro fiato sul collo dei senatori ha sortito il suo effetto. Inizialmente il ddl sui reati ambientali non doveva essere discusso per la via preferenziale data ai decreti Imu e Mille proroghe. Ma alle ore 17.30 c’è stato un cambio nell’ordine del giorno e si è ricominciato a discutere degli ecoreati. In fretta e furia siamo rientrati in Aula e ci siamo posizionati nella tribunetta per controllarli dall’alto ancora una volta, come la scorsa settimana.
I lavori sono proseguiti con lo stesso ostracismo dei soliti noti (in primis i deputati di Forza Italia Nitto Palma, Caliendo e Falanga, a cui si è aggiunto anche Pierferdinando Casini con un intervento davvero imbarazzante alla fine della seduta), ma nonostante tutto ieri sono stati votati altri 60 emendamenti. Praticamente in tre sedute del Senato si è arrivati al voto di circa 90 emendamenti su un totale di 150. Abbiamo più che scollinato. Resta ancora da cancellare l’emendamento vergogna di Confindustria, quello che prevede la non punibilità in caso di bonifica per i reati colposi. Molto probabilmente le due sedute di oggi e domani saranno dedicate al voto dei decreti in scadenza e quello sugli ecoreati slitterà a martedi prossimo (il 3 marzo).
La prossima settimana sarà quella decisiva: servirà fare le ultime modifiche e poi il provvedimento verrà licenziato dal Senato per passare all’altro ramo del Parlamento. Speriamo davvero che il testo esca da Palazzo Madama senza necessità di altre modifiche, in modo tale da garantire un ultimo voto puramente formale a Montecitorio. Se così sarà, finirà la pacchia per ecocriminali ed ecomafiosi. E si aprirà la nuova era in cui chi inquina pagherà davvero. Occhio aperti e mano sul mouse: serve ancora bombardare pacificamente le caselle di posta elettronica dei senatori con un click all’indirizzo www.legambiente.it/chi-inquina-paghi. In Senato c’è ancora chi vuole fare melina. Noi continuiamo il pressing. E vinciamo una volta per tutte questa partita che dura da più di 20 anni.
FONTE: Legambiente
AUTORE: Stefano Ciafani