“Sono passati cinque anni dallo straordinario successo ai referendum del 12 e 13 giugno 2011 ed è rimasto intatto l’entusiasmo dato da quella straordinaria stagione referendaria e la convinzione di tanti, della gran parte degli italiani che lo hanno sancito con il loro voto, che l’acqua è un bene comune, un diritto inalienabile, affermando il concetto di gestione pubblica dell’acqua, da cui non è più possibile prescindere. Un concetto ricordato con forza anche nel dibattito di questi giorni riguardante la discussione in Parlamento del disegno di legge per l’acqua pubblica.
Gli emendamenti approvati durante l’iter in commissione ambiente e il combinato disposto con le disposizioni previste dalla legge Madia ne minano, infatti, l’impianto compromettono fortemente la possibilità di attuare una gestione pubblica, efficiente e sostenibile della risorsa idrica e affossando il referendum del 2011. Per questo lanciamo oggi un appello ai deputati affinché si modifichi il testo sull’acqua pubblica per ripristinare l’intento e gli obiettivi originali della legge di iniziativa popolare presentata nel 2007 e ribaditi con i referendum del 2011”.
È quanto dichiara Rossella Muroni, presidente di Legambiente. Legambiente ricorda che l’attuazione dei referendum rimane ancora un questione aperta, dato che siamo ancora molto lontani dalla sua concretizzazione. “Anche se il percorso è ancora lungo e complesso – aggiunge la Muroni – il Governo deve però prendere atto che la strada è già segnata e che non è possibile tornare indietro. Anzi è fondamentale guardare avanti per avviare in Italia una nuova gestione pubblica dell’acqua, per diffondere anche una nuova idea di governance che tenga insieme il diritto di accesso alla risorsa, la partecipazione attiva delle comunità e dei Comuni, le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici e le misure legate alla tutela della risorsa idrica per garantire la buona qualità di fiumi, laghi e falde, la depurazione degli scarichi civili e industriali, l’ammodernamento degli impianti per ridurre le perdite di rete”.