Il presidente del Consiglio rottama le persone, ma non riesce a rottamare le idee del Novecento che ispirano lo Sblocca Italia. La manovra parla di autostrade, di ridurre le capacità di controllo delle sovrintendenze, di trivellazioni petrolifere, di inceneritori, di commissariamenti per il rischio idrogeologico, ma manca completamente qualunque visione lungimirante. C’è pochissimo sullo sviluppo di un’economia nuova, su una politica industriale che favorisca la rigenerazione urbana, sulle energie rinnovabili e il superamento dei combustibili fossili.
Anzi, Renzi insiste con l’idea di sviluppare le trivellazioni nel Mediterraneo, senza considerare che le riserve di petrolio presenti nel fondale ammontano a circa 10 milioni di tonnellate, che con i consumi attuali basterebbero solo per otto settimane. Comprometteremmo la pesca, il turismo, la salute dei cittadini per avere un’autonomia energetica di due mesi, e mettendo in circolo ulteriori combustibili fossili che possono solo peggiorare i cambiamenti climatici, quando il Mediterraneo sta rischiando molto in termini di riduzione delle risorse idriche, per l’agricoltura, la desertificazione e gli incendi.
Poi, per dare l’ideea dell’efficienza, la soluzione del governo non va nella direzione effettiva e strutturale della semplificazione, ma sceglie la strada delle deroghe e dei commissariamenti, una soluzione che si è già dimostrata fallimentare nella gestione dei rifiuti e delle bonifiche.
Non solo, l’impianto del provvedimento è quello di ridimensionare, se non esautorare del tutto, gli enti locali, accentrando le decisioni sulle scelte più importanti, dai piani energetici, alle bonifiche, alle trivellazioni, escludendo ad esempio le Regioni dalle procedure di VIA. Un rischio grave che, nel complesso, le Regioni stanno sottovalutando. È importante che facciano fronte unico prima che sia troppo tardi.
FONTE: Legambiente
AUTORE: Vittorio Cogliati Dezza