clean up the med“Il problema dei rifiuti spiaggiati è una questione comune da affrontare al più presto. Servono sforzo congiunto e programmi concreti”. L’impegno dell’Alleanza Ambientalista per il Mediterraneo comincia dal mare. Questo fine settimana i volontari della associazioni che compongono l’Alleanza parteciperanno alla grande iniziativa di pulizia delle spiagge Clean Up the Med. Una campagna che Legambiente ha lanciato nel 1995 e che è cresciuta di anno in anno fino a coinvolgere, per questa edizione, una ventina di Paesi di tutto il bacino mediterraneo che vedranno impegnate oltre 100 organizzazioni locali nella rimozione dei rifiuti dalle spiagge e dalle coste.

 

Anche l’Alleanza Ambientalista per il Mediterraneo – che riunisce in un progetto politico comune le associazioni ambientaliste Legambiente (Italia), France Nature Environnement (Francia), Ecodes (Spagna), Anep (Albania), Alternatives e Randet (Tunisia), Aseet (Marocco), T.E.R.R.E. Liban (Libano) – ha deciso di aderire a questo appuntamento, ormai storico, per dare corpo alla propria volontà d’azione congiunta con un’attività concreta e tangibile per proteggere il mare e preservare gli ecosistemi.

 

“Siamo consapevoli – recita in Manifesto dell’Alleanza – che gli obiettivi che intendiamo perseguire riguardano l’insieme dei paesi del bacino mediterraneo e non potranno realizzarsi se rimarranno confinati nei singoli territori. Occorre costruire sinergie tra le rive del Mediterraneo e promuovere azioni condivise. Per questo abbiamo deciso di dare vita all’Alleanza ambientalista per il Mediterraneo, che si impegna a proporre azioni concrete per costruire un futuro più giusto e sostenibile”.

 

I rifiuti rimossi dalle spiagge ogni anno durante Clean Up the Med si contano a decine di tonnellate. Purtroppo, ancora oggi la stragrande maggioranza dei rifiuti deriva da un abbandono consapevole in loco (cicche, bottigliette e tappi ad esempio) a testimoniare la totale indifferenza verso i notevoli impatti che questo comportamento ha sull’ambiente costiero e marino. E la campagna è volta anche a denunciare la mala gestione e i comportamenti scorretti che provocano l’enorme quantità di rifiuti che finiscono in mare e sulle coste.

 

A cominciare dalla plastica sempre in testa alla classifica della tipologia di rifiuti rinvenuti sui litorali del Mediterraneo con l’indagine “Beach litter” di Legambiente. E’ di plastica il 76,3% degli oggetti trovati quest’anno, contro il 52% dell’estate scorsa. Un simbolo della nostra società dei consumi: produttori, distributori e consumatori devono privilegiare alternative prive di imballaggi o soluzioni con vuoto a rendere.

 

Secondo l’Alleanza Ambientalista per il Mediterraneo, il problema dei rifiuti spiaggiati è una questione comune da affrontare al più presto. Serve uno sforzo congiunto che coinvolga tutti i soggetti e i territori interessati e programmi concreti per risolvere il problema dei rifiuti in mare e sulle coste. E’ urgente ridurre a monte la nostra produzione di rifiuti per diminuire anche l’ingente quantità di rifiuti acquatici.

 

Il monitoraggio sui rifiuti spiaggiati così come previsto dalla Direttiva Europea Marine Strategy doveva essere svolto già dal 2015 e sarebbero dovuti essere pubblicati i risultati da parte delle autorità competenti. Ma ancora oggi non ci sono dati disponibili e accessibili, nonostante il problema sia onnipresente su tutte le coste mediterranee e richieda urgenti e non più rinviabili misure di prevenzione.