Regione Sicilia: passa in aula, approvata dall’ARS la nuova legge che regolamenta l’aggiudicazione delle gare pubbliche. Abolito il massimo ribasso, saranno escluse le offerte “anomale”.
Con 46 voti a favore, un contrario e un astenuto l’Ars ha dato il via libera al disegno di legge che introduce una variabile che intende impedire dati statistici indicativi. In questo modo si vuole evitare che i ribassi siano in costante aumento, ed evitare la nascita di cartelli che – attraverso un “semplice” calcolo – possano prevedere la soglia di ribasso che in molti casi era vicina al 40%.
La legge prevede che venga fatta una media aritmetica delle offerte ed esclude quelle che superano questa media oltre il 10 per cento. Un diverso calcolo, dunque, di soglia delle anomalie consentendo alle stazioni appaltanti, nel caso di criterio di aggiudicazione al prezzo più basso, di escludere le offerte eccessivamente distorsive. Inoltre la stessa nuova normativa prevede una variabile di casualità che dovrebbe rendere difficile, se non impossibile, la formazione di “cordate” e fenomeni di turbativa d’asta.
La norma era stata bocciata dall’ufficio legislativo dell’Assemblea regionale siciliana, ma la presidenza dell’Ars aveva rinviato ogni decisione all’Aula che ha fatto scattare il disco verde. Nella nota gli uffici spiegano che “continuano a persistere i profili di criticità già espressi, relativamente alla scelta della Regione di discostarsi dalla normativa statale in tema di qualificazione e selezione dei concorrenti, procedure di affidamento e criteri di aggiudicazione”.
Soddisfazione del Movimento 5 Stelle per l’approvazione a Sala d’Ercole del ddl, sulla riforma degli appalti pubblici. Lo dice il deputato Cinquestelle Sergio Tancredi, primo firmatario del testo che “salverà imprenditori e siciliani dal blocco continuo degli appalti pubblici, pratica frequente a causa degli eccessivi ribassi che impedivano il completamento delle opere nella nostra regione”.
Secondo il vicepresidente vicario dell’Ance Sicilia, Salvatore Arcovito “il governo regionale, in particolare l’assessore alle Infrastrutture Giovanni Pizzo, la presidenza dell’Ars e tutti i deputati regionali hanno svolto un intenso lavoro negli ultimi due anni per elaborare un testo condiviso al quale hanno dato il loro contributo le 21 sigle del mondo delle costruzioni e delle parti sociali riunite nella Consulta regionale delle costruzioni. Un provvedimento fondamentale per la nostra economia e che dice no a mafia, corruzione e truffe.”
Ormai da settimane le imprese del settore edilizio e del mondo delle attività produttive chiedevano con urgenza l’approvazione in legge del ddl di riforma degli appalti all’esame dell’Ars. Anche tenendo conto dei numeri della crisi edilizia, con un crollo verticale che al 2014 segnava 80 mila occupati e 5mila imprese in meno negli ultimi quattro anni (oltre centomila licenziamenti complessivi).