Ad Apricale (Imperia) per colpa della Caccia un incidente mortale che porta via la vita ad un ragazzo di 19 anni. La condanna della LAC (Lega Abolizione Caccia) sulle gravissime responsabilità della giunta regionale ligure.
Il comunicato con la condanna della LAC (Lega Abolizione Caccia) mette nero su bianco le gravissime responsabilità della giunta regionale ligure su un episodio che poteva benissimo essere evitato. Ecco il testo del comunicato stampa dell’associazione.
Pendente al TAR Liguria il giudizio di sospensiva proprio sull’apertura anticipata della caccia al cinghiale, ritenuta illegittima dagli ambientalisti.
La Lega per l’Abolizione della Caccia (L.A.C.) esprime il suo profondo cordoglio per la tragica morte del diciannovenne Nathan Labolani, ucciso stamane per “errore” durante una battuta operata da due squadre di cacciatori di cinghiale nei boschi di Apricale (IM).
Le responsabilità di questa sciagura non attengono soltanto al gesto scellerato di chi, in possesso di una carabina di grosso calibro, spara a casaccio nel bosco senza prima visualizzare cosa si muove dietro al fogliame.
Un altro aspetto fondamentale, infatti, è che oggi la caccia al cinghiale in Liguria non doveva essere consentita a termini di legge.
La legge statale sulla caccia n. 157/92 stabilisce che l’esercizio venatorio al cinghiale duri solo tre mesi, e di norma possa svolgersi -alternativamente- o tra il 1 ottobre e la fine di dicembre, oppure tra il 1 novembre ed il 31 gennaio.
La Giunta regionale ligure presieduta da Toti, su proposta dell’assessore all’agricoltura Stafano Mai, ha invece deliberato (D.G.R. 355 del 23 maggio 2018) un “calendario venatorio” che illecitamente prevede l’apertura della caccia al cinghiale sin dal 16 settembre, con teorica possibilità di raggiungere il contingente degli esemplari abbattibili cacciando sino a fine gennaio. Ossia 4 mesi e mezzo di caccia al cinghiale anziché i tre permessi dalla normativa nazionale.
Le associazioni di protezione dell’ambiente e della fauna: Lega Abolizione Caccia, WWF, ENPA e LAV, avevano impugnato anche questa disposizione regionale al TAR; l’udienza con richiesta di sospensione dell’anticipazione della caccia al cinghiale si è tenuta il 19 settembre scorso, e si è in attesa da alcuni giorni del pronunciamento in fase cautelare dei giudici amministrativi.
Gli ambientalisti, patrocinati dallo studio Linzola di Milano, hanno proprio sottolineato, nel loro ricorso, come l’anticipazione a metà settembre dell’apertura della caccia al cinghiale metta a rischio la pubblica incolumità di chi frequenta i boschi (escursionisti, cercatori di funghi, bikers, ecc.) per la presenza accentuata del fogliame che in queste settimane ancora è presente nelle chiome delle latifoglie.
L’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) , nel fornire alla Regione Liguria (corresponsabile di questo decesso) il parere obbligatorio sulla bozza di “calendario venatorio regionale”, aveva espressamente sconsigliato lo scorso 16 marzo di far praticare la caccia alla specie nel mese di settembre, definendo la scelta: “non condivisibile tecnicamente e non coerente con la normativa nazionale”.
Consiglio ignorato dalla Regione Liguria…Ecco i risultati.
Da non trascurare anche l’aspetto della scarsa vigilanza venatoria, a causa dei tagli operati alle Polizie Provinciali anche a seguito delle riduzioni di fondi e del dimezzamento del personale provinciale, decise nella scorsa legislatura con la legge di bilancio 2016 ed il decreto Madia di trasferimento di personale altre amministrazioni tramite portale web governativo della mobilità.
LAC- Lega Abolizione Caccia
Ufficio stampa