anagrafe-edilizia-scolasticaSulla questione dell’edilizia scolastica rimane ancora un grande vuoto lasciato da una pubblicazione non completa e non corretta dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica.


In Italia ci sono circa 42mila edifici scolastici, alcuni censiti e alcuni, come abbiamo verificato attraverso le nostre indagini, non censiti, e Legambiente in questo senso più che una sussidiarietà ha operato una sostituzione della lettura del panorama dello stato degli edifici in Italia. Questo credo sia stato un grosso contributo, anche da parte di altre associazioni ambientaliste, alla sensibilità e alla presa di coscienza di questa problematica nel nostro Paese”. A dirlo è la responsabile nazionale Scuola e Formazione di Legambiente Vanessa Pallucchi, intervistata dall’agenzia di stampa Dire in occasione della ventesima edizione di Nontiscordardimè-Operazione scuole pulite, la campagna di volontariato all’insegna della cittadinanza attiva, del volontariato ambientale e dell’impegno sociale firmata Legambiente e giunta quest’anno alla sua ventesima edizione (16-17 marzo 2018).

 

“Legambiente, accanto a Nontiscordardimé, da vent’anni produce l’indagine Ecosistema scuola, che è una fotografia dell’edilizia scolastica italiana- spiega Pallucchi- Dal nostro dossier viene fuori che ancora un 43% degli edifici scolastici hanno necessità di interventi di manutenzione straordinaria, quindi significa che c’è un’urgenza nell’intervenire.”

 

“Ovviamente- precisa- la nostra campagna interviene su aspetti più light della struttura scolastica, però serve anche ad aprire le porte per rendersi conto delle difficoltà, delle carenze e della non-cura che spesso c’è. L’atteggiamento sta cambiando- ragiona la responsabile Scuola di Legambiente- anche il mondo della politica in queste ultime legislature si è fortemente interessato e ha cercato di dirottare risorse su queste problematiche, però siamo ancora molto indietro rispetto alla capacità di incidere su due aspetti che a noi stanno estremamente a cuore: la messa in sicurezza e la partita dell’innovazione, della sostenibilità e dell’efficientamento energetico. Su questo- chiarisce- si stanno muovendo dei passi, ma non rapidi e incisivi come occorrerebbe”.

 

La prima cosa che chiede Legambiente è la pubblicazione completa dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica: “Vogliamo essere superati nel fornire i dati per poi darne una lettura qualitativa- sottolinea Pallucchi- invece stiamo ancora dando una lettura quantitativa dei dati. L’Osservatorio per l’edilizia scolastica purtroppo procede a rilento perché comuni e province, cioè i soggetti proprietari delle scuole, hanno reali difficoltà sia a svolgere il monitoraggio sia a fare interventi concreti. Nelle ultime edizioni del dossier infatti- prosegue- denunciamo la grandissima difficoltà a trasformare i fondi in cantieri che poi si tramutano in miglioramento concreto degli edifici scolastici, che in Italia è veramente un problema con grossa sperequazione territoriale e di grosso conflitto sui territori”.

E su spazi verdi ed efficientamento energetico, secondo Pallucchi, la strada da fare è ancora molta, soprattutto in termini di omogeneità territoriale e capacità di risparmio energetico: “Per quanto riguarda gli spazi verdi abbiamo una grossa differenza di disponibilità tra Nord e Sud del Paese, una costante che vediamo un po’ in tutti i dati”. Differenze che creano “due Italie con diversi diritti alla sicurezza e alla qualità del vivere la scuola e questo è un dato che deve essere assolutamente affrontato e superato”.

 

“Circa l’80% delle scuole del Nord ha degli spazi verdi- aggiunge la responsabile Scuola di Legambiente- al Sud in alcune aree arriviamo al 40%. Significa che nemmeno una scuola su due li possiede”. Un punto su cui “bisogna lavorare molto” perché “questi spazi verdi possono essere delle aree a disposizione dei quartieri, quindi portare anche un valore aggiunto al benessere nelle realtà extrascolastiche”.

 

Per quanto riguarda l’efficientamento energetico, invece, la grande battaglia da fare, secondo Pallucchi, è sulla partita del risparmio energetico: “Spesso troviamo istituti che hanno il pannello fotovoltaico e magari non possiedono una buona qualità di efficienza energetica dell’intero edificio e, quindi, non praticano un reale risparmio- fa notare- Su questo bisogna lavorare sia con i tecnici dei comuni sia facendo funzionare meglio i finanziamenti che, a volte, non riescono ad essere capitalizzati, per un miglioramento dell’efficienza energetica delle scuole, che porterebbe- conclude- ad un risparmio economico da reinvestire nella manutenzione ordinaria”