Bonifica, amiantoAl bando da 23 anni ma continua ad uccidere: l’amianto causa in Italia 4mila decessi ogni anno. Enormi i ritardi negli interventi di bonifica.

 

In occasione della X giornata mondiale delle Vittime dell’amianto, mercoledì 29 aprile, vogliamo portare l’attenzione sull’attuale situazione in tema di interventi e bonifiche. A 23 anni dalla sua messa al bando, l’amianto è ancora diffusissimo, in diverse forme, sul nostro territorio: le stime (per difetto) di CNR-Inail parlano di ben 32 milioni di tonnellate; il Programma nazionale di bonifica del Ministero dell’Ambiente conta 75mila ettari di territorio in cui è accertata la presenza di materiale in cemento amianto. Pochissimi gli interventi di bonica realizzati. Ogni anno in Italia muoiono ancora 4 mila persone a causa della fibra killer.

 

L’edizione 2015 della giornata arriva inoltre all’indomani della scioccante sentenza sul processo Eternit, legato agli stabilimenti di Casale Monferrato e degli altri siti della multinazionale dislocati in Italia. Il 19 novembre scorso infatti la Corte di Cassazione ha prescritto dal reato di disastro ambientale Stephan Schmidheiny, il magnate svizzero proprietario di Eternit, e annullato il risarcimento ai familiari delle 2.191 vittime delle fabbriche di cemento amianto presenti, oltre che a Casale Monferrato, a Cavagnolo, Bagnoli e Rubiera.

 

Un atto che ha riaperto ferite e fatto riaffiorare dolori e preoccupazioni che in maniera silente hanno accompagnato la storia del nostro Paese negli ultimi decenni. È stata una sconfitta per tutto il Paese, specialmente per quei cittadini che ancora oggi chiedono giustizia per i propri cari scomparsi e che aspettano fiduciosi una definitiva azione di risanamento ambientale del territorio dall’amianto.

 

Sono passati 23 anni da quando l’amianto è stato messo al bando in Italia e, dopo averlo estratto, prodotto, lavorato e commercializzato, ancora oggi si trova in buona parte diffuso, sotto varie forme, su tutto il territorio nazionale. Le stime fornite dagli studi del CNR-Inail, anche se destinate purtroppo ad aumentare, parlano di ben 32 milioni di tonnellate presenti in Italia. Solo nei siti da bonificare che rientrano nel Programma nazionale di bonifica del Ministero dell’Ambiente si contano 75mila ettari di territorio in cui è accertata la presenza di materiale in cemento amianto (tra questi Balangero (To), Casale Monferrato (Al), Broni (Pv), Bari-Fibronit e Biancavilla (Ct), con il suo problema specifico di fibre asbestiformi). Molti dei quali, a partire dal sito di Broni in provincia di Pavia dove sorgevano i vecchi stabilimenti della Fibronit, nonostante la dichiarata urgenza del ambientale e sanitaria, ancora attendono la bonifica.

 

Nonostante la messa al bando dell’amianto in Italia risale al 1992 (legge n.257) il problema sanitario e ambientale non sembra essersi risolto.

 

In allegato il dossier completo stilato da Legambiente.