La direzione generale dell’Istituto di previdenza sociale ha fatto da cornice alla Giornata promossa per il quinto anno consecutivo dall’Inail insieme all’Inps per fare il punto della situazione e confrontare le esperienze dei due enti, con particolare riferimento alle attività realizzate quest’anno e agli obiettivi per il 2016
“Per fare trasparenza non basta mettere a disposizione dati e informazioni. Si tratta di certificarne la qualità, di documentare e controllare i processi gestionali, di garantire la robustezza informatica dei controlli e degli accessi alle informazioni. L’Inail ha risposto innanzitutto agli obblighi normativi, con le attività finalizzate a prevenire la corruzione, ma poi ha anche realizzato il progetto degli open data, ha organizzato un ufficio di audit in staff alla presidenza, e ha definito e formalizzato nuovi processi lavorando sul confine tra organizzazione, informatica, pianificazione e ricerca”.
Un’occasione di confronto con autorevoli relatori esterni. Lo ha detto ieri mattina il presidente dell’Inail, Massimo De Felice, in un passaggio del suo intervento alla Giornata della trasparenza 2015, organizzata per il quinto anno consecutivo dall’Istituto insieme all’Inps, che l’ha ospitata presso la sua direzione generale di Roma, alla presenza, tra gli altri, del presidente Tito Boeri, dei presidenti dei Consigli di indirizzo e vigilanza di Inail e Inps, Francesco Rampi e Pietro Iocca, e dei rispettivi direttori generali, Giuseppe Lucibello e Massimo Cioffi. È stata un’importante occasione di confronto per continuare a diffondere la cultura della trasparenza amministrativa, cui hanno contribuito anche autorevoli relatori esterni come il procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone, e il presidente di Transparency International, Virginio Carnevali.
De Felice: “Dagli open data all’audit molto è già stato fatto”. “L’Inail ha inteso la trasparenza in senso vasto e profondo – ha spiegato De Felice – Verso l’esterno, per documentare che cosa fa e come opera, e all’interno, per avere controllo attento ed efficienza dei processi. Molto è stato fatto ed è un lavoro che continua”. Grazie al progetto degli open data, in particolare, è stato costruito “un insieme di dati ‘agili’, sui casi di infortunio e malattie professionali, con circa 700mila record per ogni anno. Sono dati aperti, accessibili conformemente ai migliori standard, e predisposti per la pubblica e libera elaborazione, con un’utilità anche all’interno”, perché possono essere utilizzati “per l’appendice statistica della relazione del presidente, per i rapporti regionali e per dare sostegno alle politiche di prevenzione dell’Istituto”.
“L’informatica è diventata organizzazione digitale”. “La costituzione dell’ufficio di audit – ha aggiunto il presidente dell’Inail – ha lanciato un segnale molto importante, rispondendo all’esigenza di garantire trasparenza interna, controllo dei processi e sicurezze procedurali. La tutela della trasparenza ha dato inoltre motivazioni alla ricerca di forme nuove di organizzazione”. A questo proposito De Felice ha sottolineato che “l’informatica del nostro Istituto non è più soltanto cura della tecnologia, ma è diventata organizzazione digitale. La logica di progettazione dei work-flow, applicata ai processi di lavoro, garantisce trasparenza e può portare conquiste di efficienza nelle istituzioni”.
Lucibello: “Uno strumento per orientare le nostre scelte”. Anche per il direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, “l’intervento dell’Istituto sulle modalità di gestione dell’IT rappresenta un’innovativa soluzione organizzativa che va a tutto vantaggio di quella che è l’obbligata e necessaria attività di innalzamento dei livelli di trasparenza. Allo stesso modo, il lavoro che è stato fatto sugli open data, a cominciare dai dati sugli infortuni e sulle malattie professionali, e più in generale la sistematica e strutturale rappresentazione di informazioni, è uno strumento utile all’utenza, ai ricercatori e anche a noi stessi, per orientare al meglio le nostre scelte”.
“Esperienze utili per mappare i rischi e rivedere i processi”. “Gli interventi di ridisegno amministrativo funzionali al rispetto delle disposizioni legislative in materia di trasparenza non sono stati a costo zero – ha aggiunto Lucibello – ma oggi rappresentano per l’Istituto un patrimonio acquisito, utile in particolare per la mappatura dei rischi e la revisione dei processi”. Il direttore generale dell’Inail ha anche sottolineato, però, alcune criticità legate al processo di riforma della pubblica amministrazione, a partire dalla consistente riduzione del personale dell’Istituto registrata nell’ultimo quinquennio e dalla contrazione delle risorse a disposizione dell’ente. “Come l’Inps, quindi, anche noi auspichiamo l’ampliamento degli organici e una maggiore flessibilità nelle scelte di politica del personale”.
Rampi: “Essenziale il controllo dei corpi intermedi della società”.Nel suo intervento il presidente del Civ Inail, Francesco Rampi, ha sostenuto come la trasparenza non possa essere intesa “come un continuo sedimentarsi di ulteriori norme in materia di vigilanza amministrativa, ma debba essere legata a un progetto di effettiva organizzazione del lavoro basato sul controllo dei corpi intermedi della società”. Da questo punto di vista, ha aggiunto, “l’impulso che, negli anni Novanta, aveva portato alla nascita dei Civ, e quindi alla funzione di vigilanza dei comitati territoriali, probabilmente va ripensato e credo che sia arrivato il momento di procedere a una revisione della governance che certamente mantenga questa funzione di vigilanza, ma la trasferisca agli aspetti più progettuali”.
“Procedere nel rispetto del principio di collegialità”. Rampi ha quindi posto l’attenzione sul pericolo di un’attività di normazione in materia di trasparenza di carattere “per lo più aggiuntivo o ridondante. Essenziale, piuttosto, è procedere a una misurazione dell’effettiva accessibilità delle prestazioni erogate – ha spiegato il presidente del Civ Inail – ma intesa sempre in riferimento agli aspetti dell’organizzazione del lavoro, dell’accessibilità e del rapporto con gli utenti finali. In questa idea di progettazione il ruolo delle parti sociali svolge senza dubbio una funzione essenziale e, pertanto, è necessario procedere nel rispetto di un rigoroso principio di collegialità”.
Pignatone: “La trasparenza da sola non basta”. Dopo aver sottolineato che “la trasparenza nell’azione amministrativa è un obiettivo fondamentale da perseguire, ma da sola non basta a prevenire i fatti di corruzione”, il procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, rivolgendosi ai vertici di Inail e Inps, ha detto di considerarla “estremamente preziosa per il nostro Paese e per la sua classe dirigente, soprattutto per chi ha la responsabilità, come voi, di amministrare denaro pubblico. Perché permette di individuare rischi e pericoli e consente di prospettare nuovi strumenti legislativi”.
Cantone: “Contro la corruzione non c’è bacchetta magica”. “Chi ha pensato fosse possibile prevenire la corruzione utilizzando una bacchetta magica, si è sbagliato – ha esordito nel suo intervento il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone – La trasparenza è l’argine principale, svolge un ruolo che va aldilà del semplice meccanismo di prevenzione e serve a coinvolgere i cittadini. Ovvero coloro che vogliono sapere ogni giorno che cosa facciamo, come amministriamo il denaro pubblico, quali sono i risultati della nostra attività”.
“L’antidoto? Il controllo dei cittadini”. “Il controllo più efficace – ha aggiunto Cantone – è proprio quello del pubblico. Questo stimolo alla conoscenza da parte dei cittadini è infatti l’antidoto vero alla corruzione. La trasparenza è dunque uno strumento su cui investire. È una medicina omeopatica che va utilizzata a lungo e che ha bisogno di essere digerita, semplificata. Perché – ha concluso il presidente dell’Anac – sono i cittadini, con la loro attenzione, che possono provare a cambiare le sorti della lotta contro la corruzione”.