Una prima sperimentazione di utilizzo del protocollo eGLU 1.0  da parte delle redazioni web delle amministrazioni centrali si è conclusa a dicembre, ma l’intento di diffondere buone pratiche di usabilità continua con nuove sfide.

Questo, in estrema sintesi, il proposito e l’esito del seminario congiunto Gruppo di Lavoro Usabilità (GLU) – PA  centrali dello scorso 16 gennaio presso il Dipartimento della Funzione pubblica.

Emilio Simonetti, a inizio lavori, si augura che il cammino – iniziato con la prima edizione delle Linee guida per i siti web delle PA  e che si concretizza ora nell’adozione del protocollo eGLU 1.0 – possa condurre in un futuro prossimo alla redazione congiunta di un piano di usabilità annuale – meta ambita e ambiziosa – e a un presidio permanente sui temi della qualità della comunicazione web.

Presidio in atto e in divenire grazie anche alla nascente comunità Qualità Web PA, il senso e gli scopi della quale sono illustrati da Alessandra Cornero: uno spazio che può e deve permettere la costruzione di una rete alla quale le amministrazioni sono invitate a partecipare, un salto “di qualità” in più rispetto a quanto fatto finora, con lo scopo di potenziare le competenze, condividere e trasferire le esperienze e costituire un capitale di conoscenza prodotta in modo collaborativo.

Come?

Attraverso questa comunità, webinar, seminari, e in particolare, per la prima volta, con un’esperienza di scrittura collaborativa attraverso WikiPA, luogo in cui dipendenti pubblici danno vita ad una vera e propria enciclopedia attraverso la redazione di glossari e voci sui concetti più rilevanti, in questo caso legati alla qualità del web.

Simon Mastrangelo affronta il delicato tema dell’introduzione di pratiche di usabilità e User Experience fin dalle gare di appalto per il redesign dei siti web. Le testimonianze delle amministrazioni presenti al seminario lasciano intendere che c’è ancora molta strada da fare.  Che contributo può dare il GLU per andare fattivamente nella direzione di introdurre la user experience nelle gare di appalto?

Il lavoro sull’usabilità dei siti, tutti gli sforzi per mettere in atto, migliorare e diffondere il protocollo eGLU, che risultati producono? E come si possono misurare?

Una risposta viene da Lucio Lamberti che, nel suo intervento, parla del ROI e della necessità, per il GLU, di definire un framework di analisi per calcolare costi, misurare e valorizzare i benefici e definire, in questo contesto, il ROI, assoluto e relativo.

L’intervento di Simone Borsci, coordinatore del gruppo tecnico scientifico del protocollo eGLU 1.0, è interamente dedicato al background teorico e metodologico sotteso al protocollo. Con una importante conclusione: un ulteriore vantaggio che deriva dall’uso di eGLU è quello di accrescere la consapevolezza in tema di usabilità e consente perciò di prendere decisioni informate e consapevoli.

Condurre test di usabilità attiva il pensiero laterale e creativo. No, non è proprio così ma quasi: il ragionamento del conduttore dei test di usabilità può essere assimilato all’abduzione creativa. E’ quanto spiega, in modo ironico e perspicace, Emilio Simonetti nel suo intervento (di cui ha scritto anche qui).

Il confronto con le amministrazioni sugli esiti dell’applicazione sperimentale del protocollo eGLU 1.0 è condotto da Maurizio Boscarol che presenta in modo organico e strutturato i feedback pervenuti dalle diciassette amministrazioni che hanno utilizzato il protocollo e apre uno sguardo al futuro: eGLU 2.0. La nuova edizione, in fase di sviluppo, deriva proprio dalle criticità e dalle esigenze di miglioramento emerse nella fase sperimentale di uso del protocollo.

I lavori si concludono con un vivace confronto tra i componenti del GLU e le PA partecipanti. Tra i principali punti sollevati: la delicata questione della scelta del target a cui indirizzare i test e dei task da sottoporre; l’ancora scarsa percezione dell’utilità di simili lavori; la necessità di estendere la questione dell’usabilità anche ad altri ambiti, quali la scrittura, la comprensibilità e i servizi; il problema del riconoscimento delle professionalità del web nelle PA.

Le slide di tutti gli interventi potete trovarle qui.

FONTE: www.innovatoripa.it

AUTORE: Alessandra Cornero