In un incontro organizzato da ICT4Executive e Microsoft, i CIO si sono confrontati sui limiti e sulle opportunità rispetto ai piani di migrazione e di sviluppo delle Postazioni di Lavoro (PDL). I risultati? Sono ancora tanti i desktop, ma crescono sensibilmente le soluzioni mobili, che si tratti di device sui carrelli usati in corsia o di tablet su cui ci sono alcune sperimentazioni interessanti. E tutti usano strumenti di fleet management.
Per medici e infermieri il tablet è un vorrei ma è il pc a rimanere una necessità. Le indagini confermano come anche nella sanità italiana le postazioni di lavoro (PDL) siano un asset importante a supporto di procedure e servizi finalizzati alla cura dei pazienti.
Le postazioni di lavoro sono una risorsa ma anche una criticità, per motivi diversi: l’inevitabile obsolescenza tecnologica di apparati e sistemi operativi unita a una profonda trasformazione del settore che, mettendo al centro di tutto il paziente, grazie alla digitalizzazione introduce nuove metodologie e nuovi strumenti a supporto delle attività, con una spinta verso la mobilità e la Unified Communication.
Anche i sistemi operativi muoiono
L’innovazione nasce sempre da un’analisi dei bisogni e sull’installato dei pc fissi e mobili, a parità di spesa, molte realtà sanitarie italiane riescono ad affrontare il cambiamento non soltanto spendendo meno, ma riuscendo a reinvestire i risparmi. Come? Attuando ulteriori piani di rinnovamento e di efficientamento, trasformando i costi storici di manutenzione in servizi. A raccontarlo i responsabili dei sistemi informativi di ASL e istituti ospedalieri italiani che, proprio nei giorni scorsi, si sono confrontati su metodi e progetti di rinnovamento in occasione di un evento organizzato a Milano da ICT4Executive e Microsoft Italia, intitolato “Sanità, nuove postazioni di lavoro per un concreto cambiamento”.
“Bisogna prender atto che anche i sistemi operativi muoiono – ha commentato Walter Locatelli, Vicepresidente Nazionale FIASO – Direttore Generale, ASL Milano – e il cambiamento è necessario se si vuole garantire la continuità dei servizi (nel caso dell’ASL MIlano si parla di più di un milione e seicentomila pazienti NdR). Non si può pensare che davanti a un paziente che ha bisogno di cure una procedura non funzioni. L’evoluzione dei sistemi sanitari è doverosa, con un’attenzione al cambiamento capace di pensare all’oggi e al domani”.
Obiettivo: business continuity
Tutti i CIO presenti hanno condiviso il problema di non avere un’idea precisa di quali applicativi software girassero sulle PDL fino alla migrazione, occasione preziosa per rifondare la governance attraverso modalità e strumenti capaci di garantire maggiore supervisione e controllo. La ricognizione della parte applicativa ha mappato i livelli di compliant e necessità di intervento a livello sistemistico per risolvere il problema degli applicativi non compatibili con i nuovi sistemi operativi.
“Quando sono arrivata in azienda la situazione, dopo 8 anni di outsorcing, era ingestibile – ha raccontato Ella Cocchi, Responsabile dei Servizi Informatici A.O. San Paolo di Milano -: l’infrastruttura era obsoleta e non esisteva alcun tipo di governance. L’unica condizione che mi era stata data dal CdA era di rinnovare totalmente, a parità di budget. Nel 2012 abbiamo iniziato a reingegnerizzare rete e fonia. Progressivamente, abbiamo risolto anche la situazione delle 1500 PDL a supporto di 2000 dipendenti. Per la migrazione abbiamo utilizzato strumenti automatici di riconfigurazione che hanno accelerato l’operatività”.
“Confermo: anche noi prima della migrazione avevamo molta opacità sull’installato – ha sottolineato Francesco Circolani, CIO AO Fatebenefratelli di Milano -. Abbiamo 1800 dipendenti, 900 PDL di cui 600 erano WinXP. Abbiamo colto l’occasione della necessità di migrazione per scegliere la virtualizzazione dei desktop. Sentiamo molto il problema applicativo: a parte la posta elettronica, molte delle nostre soluzioni non sono compatibili con l’evoluzione dei sistemi operativi. Lo stesso SIS non è ancora pronto per gli OS più aggiornati”.
“La diversità è un dato di fatto – ha confermato Paolo De Nardi, CIO ASL di Padova -. Le nostre aziende sono complesse e le inerzie lunghissime ma noi lavoriamo sulla continuità: tutti i nostri sistemi sono running e abbiamo bisogno di evoluzioni che non ci obblighino né a cambiare il vecchio né a fermarci. Abbiamo bisogno di affidabilità e di applicazioni capaci di rimanere allineate a un cambiamento, il quale rimane anch’esso un dato di fatto”.
Il tema sollevato è importante: le software house devono concepire nuove logiche di prodotto e di servizio in un’ottica di application lifecycle management più evoluto.
“L’ICT è un valore – ha concluso Marco Cattaneo, Windows Client Product Manager Microsoft – e ragionare su prospettive temporali di 10 o 15 anni non è né efficace né efficiente in termini di sicurezza, compliance e governance. Noi stiamo cercando di sensibilizzare i partner al tema dell’adeguamento applicativo. Oggi chi scrive una app per Windows 10, ad esempio, non ha bisogno di riscriverla per altri dispositivi o fattori di forma differenti. I nuovi sistemi operativi supportano nativamente la mobility con nuovi livelli di protezione dei dati sensibili o particolari, così come supportano tutte le nuove interazioni touch screen. La road map dello sviluppo è serrata e la governance deve essere più semplice. Per questo Microsoft continua a moltiplicare i propri servizi in cloud, introducendo aggiornamenti automatici che semplificano le complessità della governance, potenziando i perimetri di controllo. La pianificazione deve tener sempre conto delle istanze degli utenti e delle evoluzioni delle esigenze e dei sistemi. Ricordiamoci che con la consumerizzazione dell’It la dotazione di device personali di medici e infermieri è spesso molto più avanzata degli strumenti con cui ogni giorno si trovano a lavorare in corsia. Sulle PDL, la resistenza al cambiamento è un falso problema oggi: gli utenti riconoscono il valore di un miglior supporto alla produttività individuale attraverso soluzioni più veloci e performanti”.
Nel governo clinico fino a qualche anno fa le parole chiave erano concorrenza, competizione, produzione, quantità. Oggi le cose sono cambiate e si parla di appropriatezza, collaborazione, partnership e qualità delle attività. Sono segnali significativi di una svolta di valore.
FONTE: ICT4Executive (www.ict4executive.it)
AUTORE: Laura Zanotti