riforma-pa-smart-workingRiforma PA: per lo Smart Working inizia la fase di rodaggio. Ma serve tempo per vedere nei numeri gli impatti diretti delle riforme attuate.


Inizia a farsi strada il lavoro agile: già 4210 dipendenti pubblici operano in telelavoro (800 in più in un anno), per lo più negli enti locali, e oggi il 5% delle pubbliche amministrazioni ha progetti strutturati di Smart Working, un altro 4% lo pratica informalmente e quasi il 48% è interessata a una prossima introduzione.

 

Questi sono i numeri dell’indagine sul lavoro pubblico realizzata da FPA e presentata al convegno di apertura di FORUM PA 2018.

 

La riforma Madia è anche Lavoro agile e politiche di conciliazione, dal 2016 al 2015 ci sono 800 dipendenti pubblici in più in telelavoro, lavorano per lo più negli enti locali, sono più donne che uomini ma questi ultimi sono duplicati nell’ultimo anno.

 

Deciso il passo verso lo smart working, ma la PA è appena all’inizio. Dai dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano emerge che – ad oggi – solo il 5% delle pubbliche amministrazioni dichiara di avere progetti strutturati, un altro 4% di praticare lo Smart Working informalmente e quasi il 48% dichiara interesse per una prossima introduzione.

 

Inoltre, l’ultima stagione di riforma ha posto le basi per ridefinire i tratti e il profilo della PA. Ma al momento, almeno stando alle ultime rilevazioni disponibili, non si sono modificati i dati strutturali relativi al pubblico impiego:

 

  • il numero dei dipendenti e la spesa per redditi di lavoro si riducono, anche se meno velocemente del passato,
  • sono stazionarie le condizioni di invecchiamento,
  •  e anche i divari retributivi le condizioni di precariato di migliaia di persone che lavorano nel pubblico.

 

L’età media dei dipendenti al 2016 è di 50,34 e cresce con una media di 6 mesi ogni anno. Oltre 450.000 sono over 60; poco più di 200.000 gli under 34. Le nuove assunzioni non riescono – ancora – a contrastare questo declino, sono troppo poche. Né tanto meno ci riescono le stabilizzazioni, anche queste poche e soprattutto non riguardano giovani ma precari di lungo corso.