imprese artigianato digitaleSettembre è un capodanno lavorativo: tempo di buoni propositi e nuovi progetti, accompagnati da bilanci. Nell’anno appena trascorso si è molto parlato dei temi riguardanti l’innovazione della pubblica amministrazione italiana, servizi online ai cittadini, identità digitale, fascicoli elettronici, sistemi di pagamento online, ecc.


 

Volendo quindi “ripartire” dal buon proposito dell’innovazione, è opportuno in questo settembre ripercorrere gli eventi più rilevanti dell’ultimo anno.

 

 

  • 3 agosto 2016

 

 

La Commissione Affari Costituzionali, rendendo parere favorevole al decreto di modifica al Codice dell’Amministrazione Digitale, indica la necessità di una sospensione nei termini di adeguamento al DPCM 13 novembre 2014 [1]: “…al fine di garantire l’aggiornamento delle regole tecniche in materia di formazione, trasmissione, copia, duplicazione, riproduzione e validazione temporale dei documenti informatici, si disponga la sospensione dell’efficacia del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 novembre 2014 per un tempo congruo all’emanazione di nuove regole tecniche pienamente conformi alle disposizioni del Codice”

 

Il DPCM in questione, in particolare, descrive anche le modalità per assicurare il valore giuridico e probatorio del documento amministrativo informatico.

 

 

  • 13 settembre 2016

 

 

È stato riformato il CAD, ad opera del D.Lgs. 26 agosto 2016, n. 179, adeguando le disposizioni al regolamento europeo (che invero sarebbe stato direttamente applicabile) 2014/910/UE (eIDAS), che ha apportato alcune novità in ambito di gestione documentale.

 

Tale decreto di riforma del CAD prevede (all’art. 61) che fino all’adozione del decreto ministeriale contenente le nuove regole tecniche attuative, entro 4 mesi dal decreto stesso, “…l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di adeguare i propri sistemi di gestione informatica dei documenti, di cui all’articolo 17 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 novembre 2014, è sospeso, salva la facoltà per le amministrazioni medesime di adeguarsi anteriormente”. Quindi siamo in presenza di Regole sicuramente tutt’ora efficaci e solo in minima parte sospese (e senz’altro non risultano sospesi i principi e gli obblighi basilari contenuti nel CAD) [2].

 

Sempre nel settembre 2016 è stato nominato il Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale, Diego Piacentini [3].

 

Nel frattempo normativa specifica obbliga l’amministrazione a formare o ricevere documenti in formato digitale, in particolare:

 

 

  1. i contratti stipulati in forma pubblica amministrativa o privata, in virtù di una normativa specifica che ne prescrive l’obbligatorietà); [4]
  2. le fatture elettroniche;[5]
  3. le dichiarazioni, le segnalazioni e le comunicazioni concernenti le attività produttive ed i relativi elaborati tecnici e allegati [6].

 

 

Tali documenti dovrebbero essere tutti validati e conservati coerentemente con quanto disposto dalle Regole Tecniche del CAD, allo scopo di garantire qualità, sicurezza, integrità e immodificabilità.

 

Arriviamo quindi alla vigilia dell’estate 2017, quasi alla fine del nostro anno lavorativo:

 

 

  • Maggio 2017

 

 

È stato approvato da AgID il Piano Triennale per l’informatica nella PA 2017-2019, documento ad adozione obbligatoria, di indirizzo strategico ed economico con cui si definisce il modello di riferimento per lo sviluppo dell’informatica e la trasformazione digitale della PA italiana.

 

Attualmente, nella fase di attuazione del Piano, AgID sta procedendo ad effettuare un monitoraggio delle Regioni, cui ha sottoposto una check-list di verifica [7]. Sulla base dell’analisi delle risposte (che dovranno pervenire entro la fine di questo mese) si pianificherà l’agenda di incontri e azioni di intervento a supporto dell’utilizzo e dell’adozione degli strumenti informatici.

 

Dallo scorso settembre ad oggi si può dire che l’anno appena trascorso offra questo bilancio, sulla cui valutazione non sembrano necessari ulteriori commenti: non sono state varate le Regole Tecniche obbligatorie annunciate nell’agosto precedente, è stato creato un Team Digital coordinato dal commissario Diego Piacentini (in sostituzione dei Digital Champions del precedente anno) e sono stati rispolverati i progetti in cantina, in prospettiva di un possibile recupero (Italia Login, ANPR, bollo telematico, ecc…).

 

Nulla insomma che abbia inciso significativamente sull’assetto normativo per la gestione documentale nella Pubblica Amministrazione.

 

Quest’ultima, forte dei buoni propositi settembrini, però non può attendere: deve essere in grado di erogare servizi, con efficienza ed efficacia, all’insegna della semplificazione nei rapporti con l’utente. Deve inoltre proseguire nel processo continuo di innovazione, richiesto dal mercato e dai cittadini. Lo farà, come nell’ultimo anno, in mancanza di indicazioni certe e definitive, sapendo che qualcosa si sta muovendo, ma non conoscendone esattamente l’entità e la portata (quanto sarà vincolante? Saranno sciolti i nodi che hanno impedito l’avvio dei progetti in cantiere?).

 

La Governance centrale porta avanti dei progetti ambiziosi e definitivi, mentre le pubbliche amministrazioni locali proseguono, nonostante tutto, il loro impegno nei confronti del cittadino: buon anno lavorativo a tutti, con l’augurio di collaborare presto assieme.

 

 


 

 

[1] “Regole tecniche in materia di formazione, trasmissione, copia, duplicazione, riproduzione e validazione temporale dei documenti informatici nonché di formazione e conservazione dei documenti informatici delle pubbliche amministrazioni ai sensi degli articoli 20, 22, 23 -bis , 23 -ter , 40, comma 1, 41, e 71, comma 1, del Codice dell’amministrazione digitale di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005”.

 

[2] É necessario ribadire che, nonostante la parziale sospensione dell’efficacia del DPCM 13 novembre 2014, ad oggi le PA sono obbligate a formare i propri documenti in modalità informatiche e quindi tutte devono, senza se e senza ma:

 

– formare i propri documenti amministrativi in formato digitale, seguendo scrupolosamente le regole tecniche contenute nel DPCM 13 novembre 2014;

 

– gestire tali documenti attraverso un sistema di protocollo informatico in linea con il DPCM 3 dicembre 2013;

 

– garantire la memoria digitale dell’ente pubblico e quindi assicurare l’autenticità del proprio archivio informatico attraverso la predisposizione di un sistema di conservazione in house o in outsourcing in linea con quanto previsto dal DPCM 3 dicembre 2013.

 

Per un approfondimento, “Obbligo di formare i documenti PA in digitale: attenzione, il CAD non è sospeso”, https://www.agendadigitale.eu/documenti/obbligo-di-formare-i-documenti-pa-in-formato-digitale-attenzione-il-cad-non-e-sospeso/

 

[3] Decreto di nomina con i poteri connessi – https://d3alc7xa4w7z55.cloudfront.net/upload/images/10_2016/161004122536.pdf

 

[4] Vedi, da ultimo, le disposizioni nella Legge 21 febbraio 2014 n. 9

 

[5] Legge 244/2007 e DM 55/2013

 

[6] Introdotte dal DPR 160/2010

 

[7] I tempi e i modelli di attuazione del piano sono stati presentati in un incontro tenutosi tra AgID, Team Digitale, Regioni e Province Autonome, il 19 luglio 2017 http://www.agid.gov.it/sites/default/files/notizie/agidregioni190717.pdf

 

Ulteriori approfondimenti

 

Qui di seguito vi proponiamo altri interessanti approfondimenti sulla materia dello SPID: