Secondo l’Open data maturity report, l’Italia si posiziona al quarto posto nella classifica europea per capacità di valorizzare i propri dati aperti e per il secondo anno consecutivo si conferma tra i Paesi trendsetter.
L’Italia si conferma ai primi posti nello State of play 2018 relativo al grado di maturità degli open data e guadagna ulteriori posizioni rispetto all’anno precedente.
È quanto emerge dall’Open data maturity report 2018, il documento europeo che misura lo stato di avanzamento delle politiche nazionali in materia di open data.
In base al report, l’Italia si posiziona al quarto posto con un punteggio complessivo dell’80% e si classifica per il secondo anno consecutivo tra i Paesi “trendsetter”, cioè quelli che sono stati in grado di mettere in atto una politica di Open Data avanzata e ben coordinata tra tutti gli attori che operano sul territorio nazionale e che dispongono di un portale nazionale dei dati aperti con funzionalità avanzate.
Un risultato raggiunto grazie anche a una serie di azioni promosse da AGID, tra queste:
- la definizione di specifiche policy, riconducibili al Piano triennale e supportate dalle Linee guida per la Valorizzazione del patrimonio informativo pubblico;
- gli aggiornamenti del Paniere dinamico di dataset , cui hanno contribuito amministrazioni centrali, regionali e locali;
- il consolidamento dell’indagine nazionale sull’implementazione della direttiva PSI- relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico;
- altre iniziative volte alla promozione della cultura sugli open data, il tutto attraverso il portale nazionale dati.gov.it.
Il report evidenzia lo stato dell’arte dei 28 Paesi europei in materia, tenendo conto di quattro dimensioni: le policy, i portali nazionali di riferimento, la qualità dei dati esposti e, particolarmente rilevante, la dimensione degli impatti, volta a misurare monitorare l’effettivo riutilizzo dei dati e il loro impatto sul piano politico, sociale, ambientale ed economico.
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