Giorgio Ferrero, presidente di Preta-MyBank, spiega il valore e le prospettive di sviluppo della nuova soluzione nata sull’onda della SEPA e già adottata dalle principali banche italiane. «L’ambizione di MyBank è posizionarsi come campione europeo nello scambio di informazioni finalizzate all’attività web-transazionale».

Lanciato a livello europeo circa un anno fa, MyBank è oggi in via di adozione presso le principali banche italiane. Si tratta, al momento, di un servizio di pagamento online che permette di effettuare un bonifico – autorizzato in tempo reale – attraverso l’home banking (OBEP), senza cioè che l’utente abbia la necessità di digitare i dati personali. Dal punto di vista dell’utente, è un pulsante riconoscibile sul sito di eCommerce, accanto a quelli tradizionali delle carte di credito e di PayPal, che sono al momento gli strumenti più diffusi, che funziona reindirizzando il compratore sulla propria banca senza la necessità di cedere a terzi le proprie credenziali.

Ma questo è solo il primo passo di un percorso di sviluppo del servizio che è già stato tracciato. MyBank infatti nasce con ambizioni molto più ampie, come ci spiega Giorgio Ferrero, presidente di Preta, la società sussidiaria di EBA Clearing che detiene il marchio MyBank.

 

Che cosa è MyBank nella visione di PRETA SAS?

MyBank è una “service infrastructure” che ha l’obiettivo di facilitare lo sviluppo delle transazioni nel web, dall’inizio fino al completamento dell’operazione.

Siamo partiti nel 2013 sulle onde della SEPA concentrandoci inizialmente sulla fase di check out del pagamento, ma stiamo arricchendo il portafoglio di offerta muovendo verso la fase di check in. Lo abbiamo fatto attraverso un ampio dialogo con tutti gli stakeholder: non solo le banche, quindi, ma anche i merchant, e in particolare le associazioni di categoria nei diversi paesi, come Netcomm in Italia.

MyBank è una soluzione win win. In essa, infatti, convergono gli interessi dei diversi interlocutori, è un layer dove tutti si possono incontrare.

Il punto centrale è quello della protezione dell’identità degli utilizzatori che sta per essere arricchito dall’Identity Proofing: attorno a questo servizio abbiamo costruito l’evoluzione di MyBank. La nostra tag line, il nostro biglietto da visita, è infatti “Pagamenti sicuri. Identità protetta”.

 

Ci spieghi meglio. In cosa consiste esattamente il servizio di Trusted Identity?

Possiamo dire che si tratta di un importante intangible value realizzato grazie al ridirezionamento/re-indirizzamento di un soggetto, che intende concludere una transazione nel web, dal sito del merchant a quello dell’on-line banking della propria banca senza la necessità di dover distribuire a terzi dati sensibili quali le proprie credenziali di autenticazione che rimangono un valore gestito tra lui/lei e la propria banca/psp.

Il combinato disposto dei contenuti della E-Authorization di MyBank e il fatto che a confermarli sia la banca/psp del soggetto debitore è un elemento riconosciuto come generatore di fiducia tra le parti.

E ciò in piena coerenza con le raccomandazioni e gli indirizzi regolamentari a livello europeo.

 

Qual è oggi la diffusione del servizio?

Entro fine anno in Italia il 90% del mercato sarà raggiunto: le banche più significative hanno già dato la loro adesione. Inoltre, è partito di recente il servizio MyBank mandate e stiamo finalizzando un importante accordo con l’AgiD-PA.  L’Italia è partita per prima, in Europa, ed è stata meno rallentata dagli impatti che la migrazione alla SEPA ha generato. Stiamo alacremente lavorando in Belgio, Francia, Spagna, Olanda e Germania, e l’interesse cresce anche in altre parti mondo, dove intendiamo sviluppare MyBank come un “global franchising”.

 

MyBank si inserisce in uno scenario sempre più articolato dei sistemi di pagamento elettronici. Quali sono gli elementi differenzianti?

Due degli elementi fondamentali che contraddistinguono MyBank rispetto ai sistemi di pagamento sono proprio la Protezione di Identità e l’Identity Proof, che è molto apprezzata dai merchant, penso più dei sistemi di pagamento stessi: è un elemento di cui riconoscono la necessità e il valore, perchè crea ulteriore certezza operativa e fiducia.

La proposta di MyBank in termini di Identity Proofing riguarda la prova dell’identità di una persona fisica o giuridica, in modo che la banca del debitore possa confermare i dati relativi, nel rispetto della normativa e della privacy. Non siamo noi ad attribuire l’identità, ma operiamo come un facilitatore, attraverso un’infrastruttura di servizio che si basa sugli stessi standard e sulle stesse meccaniche. Oggi MyBank è un marchio di proprietà di Preta sas, che una sussidiaria di EBA Clearing, ma l’obiettivo futuro è quello di creare una società con un dna più orientato al mercato, con l’ambizione di posizionarsi come campione europeo nello scambio di informazioni utili allo sviluppo dell’Agenda Digitale.

Il secondo elemento differenziante è la popolazione che potenzialmente può raggiungere. Oggi il sistema di pagamento più usato per l’eCommerce è la carta di credito, inclusa PayPal, ma i dati ci dicono che gran parte di chi la possiede non si sente sicuro a usarla online, nonostante i livelli di sicurezza offerti siano oggettivamente elevati. Inoltre, non tutti hanno -e meritano- una carta di credito e le carte hanno i limiti di plafond. MyBank invece raggiunge tutti coloro che hanno un Iban, anche associato a una carta e non a un conto. E non è solo per i consumatori, ma anche per le imprese, per la PA.

Poi c’è il tema della sostenibilità economica dei servizi: MyBank la realizza senza ricorrere all’Interchange Fee.

Le carte e MyBank, quindi, vanno visti come strumenti complementari. Per le banche nasce una nuova linea di business che non è distonica con la loro mission. La banca un tempo raccoglieva la firma fisica allo sportello, oggi con l’online basato sulla strong authentication può avere la stessa tranquillità e più efficienza.

 

C’è altro, guardando ancora più avanti?

MyBank rappresenta anche una forma di anticipazione alla risposta che le banche dovranno dare all’introduzione della PSD2, che ha una scadenza ravvicinata, il 2017 e che non è solo il capitolo secondo della PSD. La PSD2 è molto trasversale, ha un campo di azione end-to-end: tocca aspetti come identità digitale, servizi di pagamento, informative a supporto, oltre a introdurre nuovi soggetti, i Third Party Service Provider.

In quest’ottica MyBank offre semplificazione nel rispetto delle guideline, che prevedono di non trasferire le proprie credenziali a terze parti.

È possibile quindi associare ad un bonifico istantaneo o ai mandati di direct debit le prove di identità dei soggetti che intervengono nella transazione: MyBank è il motore che abilita lo scambio non solo di pagamenti ma anche di informazioni.

Occorre considerare che il MyBank mandate che ha la funzione di mandato elettronico per il SEPA direct debit nelle sue varie espressioni, risulta essere allo stato l’unico mandato online paneuropeo coerente con la  giurisprudenza in essere, capace di assicurare certezza operativa in tutta le gestione dei mandati per SDD.

C’è un dibattito in corso circa la mancanza di certezza nell’espressione del consenso o della richiesta di firma elettronica necessaria per esprimere il consenso. Il mandato è espressione del consenso del debitore a pagare, può essere autorizzato da un sistema di online banking supportato da strong authentication: non sempre è necessaria una firma elettronica per esprimere un consenso.

 

 

FONTE: Pagamenti Digitali (www.pagamentidigitali.it)

AUTORE: Manuela Gianni

 

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