Cinque anni per digitalizzare gli italiani. È questo l’ambizioso obiettivo che l’Ad di Poste Italiane, Francesco Caio, racconta in un’intervista ad Affari & Finanza, dettagliando il piano industriale messo in cantiere. “Ci vogliono orizzonti temporali coerenti – sottolinea Caio, spiegando il perché il paino durerà cinque anni invece dei soliti tre – L’innovazione sono le start up, i prodotti tecnologici, ma anche le infrastrutture e un mutamento culturale”.
“Poste Italiane può essere un motore di sviluppo inclusivo nella transizione epocale verso l’economia digitale, utilizzando strumenti e meccanismi semplici e alla portata di tutti”. Per il manager “l’idea di un modello di sviluppo inclusivo” è arrivata dalla constatazione di quanto la digitalizzazione sia divisiva e crei un fossato sempre più largo tra chi ha la cultura digitale e chi non ce l’ha”. L’Italia è molto indietro rispetto agli paesi Ue sul fronte
“e-commerce come nei pagamenti non cash”.
E anche la logistica cambierà grazie alle tecnologie. “La corrispondenza tradizionale è in crisi con volumi calanti e costi elevati – evidenzia – Dal 2012 i volumi, già bassi, sono crollati del 13 per cento l’armo e il servizio universale, così come è stato disegnato fino ad ora, non solo non risponde più alle esigenze degli utenti ma non è economicamente sostenibile. Nella consegna dei pacchi, che invece è un settore in crescita e che lo sarà ancora di più con la diffusione dell’e-commerce, Poste ha solo il 10 per cento del mercato, una quota decisamente troppo bassa per una struttura che ha una rete come la nostra”.
“Per passare alle Poste 2.0 abbiamo previsto investimenti per oltre 3 miliardi – sottolinea poi il manager – Obiettivo appunto integrazione, tracciabilità, rendicontazione, evoluzione dei servizi PostePay, portare il collegamento oltre gli uffici fino ai clienti. Il tutto con strumenti che devono essere semplici e utilizzabili da tutti. Ma vogliamo andare anche oltre, dal ruolo che vogliamo giocare come fornitori dell’identità digitale ai servizi che possiamo offrire alle imprese e allo Stato nella gestione dei documenti dematerializzati”. In questo progetto un ruolo chiave lo giocherà Poste Mobile. “Una componente del progetto di costituzione delle Poste 2020 al quale stiamo lavorando, basti pensare ai pagamenti mobili e alle app per i bollettini”, dice il manager.
FONTE: Corriere delle Comunicazioni (www.corrieredellecomunicazioni.it)