Le Associazioni dell’Ict e delle telecomunicazioni maggiormente rappresentative di Confcommercio hanno impugnato davanti al Tar del Lazio la norma istitutiva del sistema di identificazione digitale.
Assintel e Assoprovider hanno depositato un ricorso al Tar del Lazio per l’annullamento del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che ha istituito lo Spid, il sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale di cittadini e imprese. L’impugnazione si è resa necessaria perché la norma contiene – a detta delle Associazioni – disposizioni direttamente lesive dei diritti degli associati.
In particolare, il sistema delineato dalla Presidenza del Consiglio impedisce alle piccole e medie imprese italiane del comparto ICT di far parte del sistema di identificazione delle identità digitali che fa da perno all’intero sistema di rapporti tra cittadini e Pubblica Amministrazione.
La presenza di un capitale molto elevato per esercitare le attività di identificazione e l’artificiosa distinzione tra fornitori di servizi e gestione delle identità digitali, in un sistema di identificazione che vede al contrario già protagoniste le imprese aderenti alle due Associazioni, determina l’esclusione dal mercato dei servizi digitali delle Pubbliche Amministrazioni di migliaia di piccole e medie aziende italiane.
La norma sembra inoltre contrastare con quanto previsto dal regolamento europeo in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno, approvato a luglio dello scorso anno. In vista della partenza del progetto nel prossimo aprile, Assintel e Assoprovider chiedono dunque ai giudici amministrativi di sospendere in via cautelare l’efficacia delle disposizioni contenute nel decreto.
FONTE: Confcommercio