“Presto la strategia del governo”, annuncia il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Per l’innovazione a disposizione circa 200 miliardi fra fondi europei e nazionali. “Ma basta con la frammentazione dei progetti. Task force in campo per individuare iniziative migliori”

“In Italia non c’è un problema di risorse. Anzi. Perché il digitale è innanzitutto una rivoluzione politica”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio per il piano ultrabroadband in occasione della convention Between in corso a Capri durante la quale ha annunciato che il governo si appresta a svelare la strategia per la banda ultralarga. “Stiamo accelerando e la strategia sarà pronta a breve”, ha detto Delrio facendo intendere che il piano arriverà entro il 2014.

Nel ricordare il “fallimento del settennato 2007-2013” sul fronte dello sfruttamento delle risorse messe a disposizione dall’Europa ma anche dallo Stato Delrio confida negli anni a venire: “Per i prossimi sette anni abbiamo a disposizione 32 miliardi di fondi europei a cui ne vanno aggiunti altrettanti di co-finanziamento, più 52 miliardi del Fondo sviluppo e coesione e residui per 20-30 miliardi. E ulteriori 50 miliardi dalle politiche agricole. Quindi il problema non sono le risorse, soprattutto nelle regioni convergenza”. Secondo Delrio “c’è una difficoltà enorme a individuare progetti di qualità, ma il nuovo settennato può rappresentare una grande occasione se lo impostiamo bene attraverso piani strategici”. “Abbiamo chiuso in queste ore l’accordo di partnerariato – annuncia Delrio – L’Europa ci ha chiesto di progettare diversamente. Made in italy, salute, smart communities, industria sostenibile i pilastri della nuova programmazione. Stiamo costruendo i nuovi piani e anche se il Paese è in grande ritardo abbiamo deciso di anticipare i tempi rispetto alla deadline del 2016 chiesta dall’Europa”.

In occasione della convention di Capri il sottosegretario ha acceso i riflettori sulle criticità del Paese: “Il vero punto è che siamo stati incapaci di gestire amministrativamente l’enorme mole di denaro, da investire nel piano Ultrabroadband, che ci è stata data soprattutto per il sud. Troppi i progetti, brutti e in ritardo sulle tempistiche. Abbiamo frammentato la progettazione in centinaia di migliaia di azioni”. Secondo Delrio gran parte della responsabilità va attribuita alla politica “Non sempre gli errori si fanno per incapacità, anzi spesso c’è la volontà precisa di parcellizzare. In questo modo si ha a che fare con molti interlocutori e ciò consente di ottenere e mantenere consenso. Ci sono politici molto lucidi in questa scelta. L’immobilismo del Paese non sempre è frutto di inerzia ma di scelte, perché si ottengono privilegi e consensi”.

E poi c’è la questione della “mancanza di piani”. “Produciamo decreti ma manca una strategia di medio-lungo periodo che dica cosa vogliamo ottenere. Serve una vision e una precisa griglia di responsabilità. La frammentazione delle competenze e della governance fra comuni, regioni, stato, agid e presidenza del consiglio non paga. Il sistema è barocco e inadatto. Il nuovo piano Ultrabroadband è improcrastinabile.

Stiamo cercando di recuperare attraverso un task force fatta di esperti in grado di esaminare i progetti e selezionarli. Dobbiamo avere le idee chiare come politica. Perché la politica ha grandi responsabilità nel definire le strategie di medio-lungo periodo ed esplicare obiettivi per consentire all’industria di dialogare in maniera chiara ed esplicita. Abbiamo bisogno di capire le potenzialità di questa rivoluzione e ci sono problemi enormi nel capirlo. È una rivoluzione politica che dobbiamo cavalcare. Abbiamo bisogno di contaminarci”.

L’Italia secondo Delrio ha una grande opportunità di ripresa attraverso il digitale, ma solo se si procederà “sulla strada della rottura”. “La genialità italiana deve essere questa, inventarsi qualcosa di nuovo. Serve cultura per dare al potere della rottura e del cambiamento valore positivo e di coraggio. Il paese è spaventato e non ha elementi identitari forti. È sulla nuova identità che bisogna lavorare”.

 

 

FONTE: Corriere delle Comunicazioni (www.corrieredellecomunicazioni.it)

AUTORE: Mila Fiordalisi

 

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