La riforma della pubblica amministrazione approda alla Camera, e al contempo i due documenti di Governo che indicano la strada per l’Italia digitale, quello sulla “crescita digitale” e quello sul “piano per la banda ultra larga”, sono sul tavolo di un’Agenzia per l’Italia digitale che ha cambiato or ora vertice; infine la programmazione europea 2014-2020, l’ultima occasione per utilizzare fondi comunitari per cambiare verso allo sviluppo, è in una fase di negoziazione.
In questo contesto si apre FORUM PA 2015, Palazzo dei Congressi di Roma dal 26 al 28 maggio, nella consapevolezza di situarsi in un momento di grandi cambiamenti per la società italiana, per le sue istituzioni anche politiche e per la sua pubblica amministrazione.
Si prospetta una ripresa incerta e in questo scenario si muovono grandi riforme che devono fare i conti con il presente, con una crisi in atto e con un arretrato d’innovazione mancata.
La “legge Madia” rivoluziona alcuni campi dell’amministrazione pubblica e ne razionalizza altri con il proposito di cambiare la geografia degli enti.
Dall’insieme di tutte queste riflessioni nasce il tema della 26esima edizione di Forum PA, il luogo dove gli innovatori della PA si incontrano con gli innovatori della politica, delle aziende, della cittadinanza attiva.
Due hashtag descrivono lo spirito di questo Forum PA, il primo è #SIPUÒFARESE e con questo hashtag Forum PA aggiunge un piccolo “se” all’affermazione “Si può fare!” un “se” rivoluzionario, ma di una rivoluzione con gli occhi aperti e la mente sveglia.
A questo primo hashtag se ne è aggiunto un altro #SIPUÒFARECON, perché nel riformare la PA abbiamo bisogno di una dialettica vitale tra le donne e gli uomini che lavorano nella PA e che sono portatori di saperi, competenze, esperienze, ma anche di “conservazione” e di tutele, e il “fuori” che è dato dalle esigenze di una società complessa e dalla politica, che è chiamata a leggerne e a risolverne i bisogni.
Basandosi su questo presupposto Forum PA metterà una particolare attenzione alle partnership: sia alla cosiddetta multilevel governance, ossia al coinvolgimento di tutte le sfere di governo, dai municipi all’Unione europea passando per comuni, enti di area vasta, regioni, stato centrale; sia alla Ppp ossia alla partnership-pubblico-privato che deve entrare nella quotidiana pratica di un paese che nel ripartire deve imparare a fare sistema.