FOIASi avvicina il traguardo per il FOIA e il nuovo decreto trasparenza. Ad annunciarlo oggi è stata proprio Marianna Madia, il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione: domani, infatti, verrà votato il parere della Commissione per la semplificazione che si è discusso oggi.

 

Nello specifico, il Ministro e la Commissione hanno condiviso le osservazioni di esperti e associazioni sullo schema di decreto che era stato presentato dal Governo e su cui anche il Consiglio di Stato e l’Autorità garante per la protezione dei dati personali avevano espresso alcuni rilievi.

 

Come confermato dal Ministro e in base a quanto si legge nel Parere della Commissione parlamentare per la Semplificazione, sono stati recepiti i suggerimenti avanzati nella lettera apertaal Ministro redatta dall’On. Mara Mucci e firmata da ANORC e da altre importanti associazioni (tra le quali Iwa e Agorà Digitale), nonché da diciassette parlamentari.

 

Proprio il 7 aprile scorso ANORC (rappresentata dal Presidente Andrea Lisi) aveva partecipato all’audizione della I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo recante revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190, e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 (atto n. 267, su sui la Commissione ha espresso il parere in commento), esponendo in sede ufficiale le sue perplessità sullo schema di decreto con cui si vorrebbe introdurre nell’ordinamento italiano il FOIA.

 

In particolare, tra le modifiche suggerite da ANORC nel parere della Commissione parlamentare circa il diritto di accesso del cittadino a dati e documenti, sono state accolte quelle che proponevano di:
– sostituire al «silenzio-rigetto» rispetto alla richiesta di dati e documenti un espresso rifiuto con obbligo di motivazione;

 

– prevedere, oltre al ricorso in via giurisdizionale, un previo appello ad altri organismi, quali ad esempio – a livello nazionale – l’ANAC o la Commissione per l’accesso e – a livello regionale e locale – i difensori civici regionali, che già esercitano lo stesso ruolo di mediazione tra cittadini e pubblica amministrazione con riguardo al diritto di accesso agli atti amministrativi (articolo 25 della legge n. 241 del 1990).

 

In effetti, risulta inutile introdurre nuovi istituti, come quello del FOIA, senza preoccuparsi di razionalizzare e tagliare le tante norme ripetute o contraddittorie presenti nel nostro ordinamento e senza prendere in considerazione lo stato effettivo in cui versa la nostra pubblica amministrazione (in particolare quella locale), oppressa da procedimenti amministrativi tortuosi, corposi fascicoli cartacei, archivi lasciati al caos. Una tendenza che difficilmente ci porterà vera innovazione, semplificazione e trasparenza.

 

“Occorre invece progettare un modello organizzativo che funzioni, che disegni un nuovo modus operandi scardinando le abitudini ancora legate al mondo analogico e che sia affidato a figure competenti, a veri professionisti della digitalizzazione” dichiara l’avv. Andrea Lisi, Presidente ANORC. “Senza una reale digitalizzazione dei processi documentali delle PA, che dovranno essere ripensati in modo serio, sistematico e competente, la trasparenza amministrativa e il diritto a conoscere dei cittadini rimangono una chimera”.