Digitalizzazione, Pubblica Amministrazione “a casa del cittadino”, certificati online, eliminazione delle interminabili code agli sportelli, sono tutti intenti encomiabili che, però, rischiano di rimanere sulla carta. Un puro esercizio teorico ed astratto.

La volontà di semplificare e velocizzare le pratiche della pubblica amministrazione, infatti, si scontra con la triste realtà dello stato della rete di telecomunicazioni nel nostro Paese.

Definirla arretrata è quasi un complimento: per velocità di connessione siamo al Ventunesimo posto in Europa. La media della velocità di connessione in Italia è di 5,2 Mb al secondo. Il 40% di Olanda, Svizzera e Repubblica Ceca; la metà di Svezia, Irlanda, Belgio, Danimarca e Regno Unito; molto al di sotto di Finlandia, Austria, Norvegia, Germania, Polonia, Russia Romania; meno di Ungheria, Spagna, Slovacchia, Francia e Portogallo. Appena un po’ meglio della Turchia (4,3 Mb/s).

Per non parlare del digital divide: ad oggi ancora l’11% della popolazione non è coperta da banda larga fissa (Adsl) ad almeno 2 Mb (dati Between – Osservatorio Banda Larga). La copertura della banda ultra larga (30 – 100 Mb), invece, raggiunge appena il 10% della popolazione.

Di fronte a tali dati appare evidente che per rendere realmente efficace, utile e fruibile la digitalizzazione della PA è indispensabile affiancarle un serio piano di investimenti nel settore strategico delle telecomunicazioni.

Investimenti preziosi sotto molti punti di vista. In primis da quello dei cittadini, che disporrebbero finalmente di un servizio moderno ed efficiente. Dal punto di vista delle imprese, che potranno contare su un incremento della produttività di sistema.

Ma soprattutto dal punto di vista dell’intero sviluppo economico: basti pensare che, secondo uno studio della Commissione Europea, per ogni miliardo di Euro investito in reti e servizi a banda larga e ultralarga si possono creare 20.000 nuovi posti di lavoro e 3 miliardi di crescita del PIL.

“Non c’è più tempo da perdere. Si tratta di un’opportunità che il nostro Paese non può e non deve lasciarsi sfuggire. Qualsiasi intervento improntato alla ripresa ed alla modernizzazione non può più prescindere da un concreto piano per lo sviluppo della rete di telecomunicazioni nel nostro Paese.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

 

FONTE: Federconsumatori

 

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