Per colmare i ritardi sull’offerta di lavoro ICT bisogna passare anche dall’adozione del quadro di riferimento europeo e-CF, ancora germinale in Italia ma sviluppato in altri Paesi. Qualcosa comunque si muove, come dimostra il lancio di Jobict.it
Porre delle soluzioni al divario tra la domanda e l’offerta di competenze digitali nel nostro Paese è tra i temi dell’Agenzia per l’Italia digitale.
Il dato da cui partire c’è: 110 mila richieste di competenze ICT che mancano sul mercato del lavoro italiano. Questo è almeno il numero proposto da Empirica, la società di ricerca che ha realizzato lo studio per la Grand Coalition for Digital Jobs della Commissione europea.
Qualcosa in Italia si muove in tal senso. Coordinamento Networkers UILTuCS e Assintel, in collaborazione con la Fondazione Politecnico di Milano e IWA Italy hanno da poco lanciato www.jobict.it, piattaforma gratuita di incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro nel settore ICT. Il punto di forza e di innovazione sta nel metodo di incontro tra i lavoratori e le aziende.L’utilizzo dell’e-CF, il quadro di riferimento europeo di competenze ICT, sta alla base dell’incrocio tra le competenze richieste dalle imprese e quelle dei professionisti che creano il proprio CV secondo i parametri europei.
Anche se nel nostro Paese abbiamo già avuto nel 2012 un’esperienza di adozione dei profili professionali IWA Italy su base e-CF per un capitolato di gara del Comune di Milano, la strada è ancora molto lunga. Innanzitutto per un problema culturale. L’e-CF è in sostanza sconosciuto sia alle grandi aziende sia nelle imprese medio-piccole o piccolissime. Per non parlare dei lavoratori. Sarà fondamentale promuovere il quadro di riferimento europeo nelle sedi istituzionali preposte e allo stesso tempo fare attività di condivisione dal basso.
Senza un riconoscimento ufficiale a livello nazionale e in mancanza di una certificazione professionale che parta dagli istituti scolastici, continui nel mondo universitario e all’interno delle imprese sarà difficile ottenere un cambio di rotta che ponga l’e-CF come strumento utile per mettere ordine nel mondo delle competenze digitali. Un altro aspetto altrettanto importante è quello della comunicazione. Se da un lato l’e-CF si pone volutamente come strumento generico di valutazione delle competenze ICT per cercare di ricoprire un ampio raggio di competenze, dall’altro lato sconta un possibile pregiudizio di poca praticità per i bisogni aziendali proprio per la sua astrattezza.
Jobict.it va incontro a questa necessità con la possibilità di inserire le “practical skills” (l’insieme di conoscenze pratiche e specializzazioni) sia nella fase di creazione dell’offerta di lavoro delle aziende sia nella gestione del profilo e-CF dei lavoratori. Lo sforzo comunicativo è stato quello di proporre a lavoratori e aziende la costruzione della propria “Casa dell’ICT” grazie ai “mattoni” dell’e-CF, utili a costruire le pareti delle varie “stanze” (le cinque aree di competenze).
Sarà importante condividere l’idea che per definire il profilo o i profili professionali dell’e-CF si parta dalle competenze e non dall’”etichetta” di “Community manager” o “Developer”(citate solo a mo’ di esempio) per definire il proprio ruolo all’interno di un’impresa, di un progetto lavorativo o per arricchire il proprio CV. Jobict è stato pensato sia da UILTuCS sia da Assintel come un servizio per lavoratori e imprese in linea con gli obiettivi dell’Agenda Digitale. Per questo è aperto a possibili collaborazioni per la divulgazione dello strumento tra le organizzazioni sindacali, le associazioni datoriali, le imprese e altri enti che vorranno promuovere l’e-CF sul territorio nazionale.
Se in Europa già esiste qualche esempio di adozione dell’e-CF (il progetto britannico “e-skill UK”, le attività dell’associazione francese Pasc@line, la piattaforma belga Evoliris o l’iniziativa svedese Womentor), in Italia si pone come un progetto innovativo alle prime fasi del suo ciclo di vita. La sfida futura di Jobict.it sarà di fornire in maniera neutrale e continua uno strumento di qualità, in linea con le prospettive del modello e-CF e di condividere nelle forme più opportune l’esperienza acquisita con gli altri portatori di interesse sia a livello locale sia a livello europeo fornendo un contributo di trasparenza ed efficienza al mercato del lavoro e all’incontro tra domanda ed offerta.