A Smart City Exhibition, durante la mattinata di giovedì 23 ottobre, sarà presentata la terza edizione di ICity Rate, il rapporto annuale realizzato da FORUM PA che stila la classifica delle città intelligenti in Italia. Un indice sì, ma soprattutto uno strumento di analisi per conoscere meglio i territori che abitiamo. Conoscerli è infatti il prerequisito per governali con strategie più adeguate e raffinate. Perché questo è ciò che la realtà attuale, sempre più frammentata e articolata, ci chiede: riuscire a governare la complessità.

Nuovi strumenti…

Le realtà sociali, economiche e territoriali dei contesti urbani che abitiamo sono sempre più complesse, frammentate e veloci. “La società attuale è sempre più difficile da descrivere, comprendere e fotografare ­– spiega Gianni Dominici, direttore di FORUM PA – Non a caso lo stesso Istat, detentore dello strumento principe di conoscenza del territorio, si è reso conto che non è più sufficiente conoscere la realtà con cadenza decennale e parla ormai di censimento continuo”. È evidente che abbiamo bisogno di strumenti più complessi. In questo panorama ICity Rate, il rapporto annuale realizzato da FORUM PA che stila una classifica delle città più smart su tutta la penisola, si propone come strumento di gestione per i territori urbani. “ICity Rate è un indice, quindi è naturalmente un rating, ma è soprattutto uno strumento per il governo della città”, afferma Dominici.

Per nuovi sistemi territoriali

Il Paese si appresta a un importante cambiamento istituzionale: presto le 14 città metropolitane saranno una realtà con la quale doversi necessariamente confrontare. I governi di queste aree vaste dovranno rapidamente equipaggiarsi per gestire territori ben più complessi e ampi dei precedenti, curandosi di non sprecare nessuna delle opportunità che la programmazione 2014-2020 ha disposto, primo tra tutti il PON dedicato alle Città Metropolitane: un programma sperimentale e plurifondo per la stesura del quale è già stato avviato un percorso collaborativo di co-progettazione. Le città infatti sono già a lavoro nella definizione di dossier che raccoglieranno delle specifiche opzioni progettuali. Ed “è proprio in un momento come questo, di definizione di un piano, di uno scenario, che diventa fondamentale conoscere il territorio, conoscerne le caratteristiche, gli asset, i ritardi” sottolinea Dominici. A fronte di risorse sempre più limitate, ICity Rate è quindi un importante strumento di ricerca e di analisi anche e soprattutto per il governo dei prossimi sistemi metropolitani.

Conoscere per governare

La conoscenza è l’unico modo per far fronte alla costante crescita di complessità”, prosegue Dominici. Conoscere per saper governare al meglio è quanto serve alle città per trasformarsi realmente in ambienti più intelligenti. Dopotutto una città è smart in primo luogo quando conosce, elabora, interpreta e dunque utilizza i dati che il territorio produce, anche in tempo reale. Perché i dati ci aiutano ad accelerare diagnosi e a prendere decisioni, e a rispondere in modo più afficace ai reali bisogni del territorio. “Tutto ciò è ben esposto nell’ultimo libro di Stephen Goldsmith, The Responsive City” racconta Dominici. I modelli stanno cambiando e anche da noi i tempi sono maturi per un profondo cambiamento. “ICity Rate è uno strumento per suggerire anche alle nostre città qual è il percorso verso la Responsive City”. Questo indice di smartness urbana è quindi prima di tutto “uno strumento che offre diverse funzioni di analisi, come la funzione “check-up”, che permette velocemente di fare un check-up del territorio”. Marcello Messina, dirigente della Catania Multiservizi SpA, ha provato la piattaforma e ha detto “la mia valutazione dello strumento è molto positiva. Le funzionalità aggiuntive possono effettivamente dare molto in termini di analisi di contesto”. La piattaforma permette di elaborare i dati presenti, creare report e utilizzare sofisticate funzioni di analisi e confronto anche tra le diverse realtà urbane (benchmarking, check up, gap, e altre ancora).

Le novità dell’edizione 2014

Rispetto alle precedenti edizioni ICity Rate 2014 è stato oggetto di rilevanti modifiche metodologiche oltre che un generalizzato aggiornamento dei dati” racconta Daniele Fichera, che ha curato la terza edizione del rapporto. La ricerca si è concentrata su 106 comuni capoluogo. Il numero degli indicatori è stato snellito, passando da 100 dello scorso anno a 72, e vanno dai più consolidati come il valore aggiunto per unità di lavoro ai più sperimentali come l’incidenza dei follower delle amministrazioni comunali su twitter. Come sempre gli indicatori sono suddivisi in sei diverse dimensioni: economy,environment, mobility, governance, living e people, seguendo uno schema ormai consolidato nelle analisi internazionali delle smart cities. Inoltre ognuna delle sei dimensioni è stata suddivisa in unacomponente standard, dove tendenzialmente sono collocati gli indicatori di valenza più generale, e in una componente smart, nella quale si è cercato di inserire variabili rappresentative della capacità di adattamento ai cambiamenti tecnologici e sociali.

Il rapporto di quest’anno, è stato possibile grazie alla collaborazione con Istat, Unioncamere e alcune delle associazioni che si occupano di partecipazione e cittadinanza attiva. “Ci saranno importanti novità in classifica” anticipa Fichera. La nuova organizzazione e razionalizzazione dei precendenti indicatori combinata con l’introduzione di indicatori originali lascia intravedere cambiamenti molto interessanti.

A partire dal 23 di ottobre tutti i dati verranno rilasciati sul portale Icity-Lab, il progetto di FORUM PA dedicato al governo del territorio, e saranno analizzabili così come quelli delle due precedenti edizioni.

 

FONTE: Forum PA

AUTORE: Martina Cardellini

 

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