A Palazzo Chigi circola un piano per la costruzione ex novo di un’infrastruttura di nuova generazione di proprietà dello Stato. A cui avrebbero accesso a parità di condizioni tutti gli operatori delle tlc. Mentre nel capitale potrebbero entrare fondi italiani e stranieri e la Cassa depositi e prestiti. C’è però un nodo politico difficile da superare: la rete Telecom è la principale garanzia del debito della società nei confronti delle banche. Un “concorrente” pubblico sarebbe quindi sgradito.
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