Estendere la banda ultra larga 30-100 Megabit in tutto il Paese: questo è l’obiettivo condiviso da diversi attori (pubblici e privati), impegnati nel realizzare un progetto comune sebbene non vi sia ancora chiarezza sulle norme e sulle reali possibilità di un intervento coordinato. Le ultime settimane sono state caratterizzate da non poche novità che riguardano gli operatori economici attivi sul territorio: vediamole in dettaglio.
Piano Telecom
Telecom Italia ha annunciato che investirà 700 milioni di euro, invece di 500 milioni, per portare la fibra ottica ad (almeno) 100 Megabit nelle case, in 40 città entro il 2017, oltre a coprire il 75% della popolazione con la fibra fino agli armadi stradali, per velocità che adesso sono di 30-50 Megabit. Un obiettivo ambizioso che supera le previsioni iniziali, come sottolineato dal Presidente di Cassa Depositi e Prestiti e di Metroweb Franco Bassanini, che al convegno CorCom, Telco per l’Italia del 21 maggio ha dichiarato l’impegno di CdP nel sostenere il Piano Banda Ultra Larga del Governo (che mira a una copertura totale al 2020).
Sprechi di risorse
Nel corso del convegno è stato evidenziato come gli attori non riescano a marciare nella stessa direzione, quindi permane il rischio di uno spreco di risorse.
Maurizio Dècina, docente emerito del Politecnico di Milano e uno dei padri delle TLC italiane, ha fatto notare come gli investimenti di tre operatori telefonici nelle stesse città non possano funzionare. Fastweb e Vodafone stanno infatti coprendo, con fibra fino agli armadi, le stesse città di Telecom Italia (che però sarà da sola anche in ulteriori città):
«Questi piani, come business plan, non possono stare in piedi: in nessun Paese al mondo ci sono così tante reti sugli stessi utenti.»
Gli operatori non possono non investire, né riescono ad accordarsi per farlo assieme. Quindi lo fanno separatamente. La questione traspare anche da quanto dichiarato al convegno daPietro Guindani, presidente di Vodafone:
«Il modello più efficiente per realizzare una rete veramente a prova di futuro è quello del coinvestimento. Solo cosi si potrà massimizzare la copertura a beneficio dei cittadini e della competitività del Paese nel suo complesso.»
Investimenti
Gli operatori sanno che quanto sta accadendo in Italia è potenzialmente disastroso per la loro profittabilità, che è già in caduta libera da dieci anni, come notato in un recente studio degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. Investire selvaggiamente nelle stesse zone significa fare esattamente l’opposto. Attenzione: non è un problema solo degli operatori; se la loro liquidità si prosciuga sarà meno banda ultra larga per tutti (e forse anche più cara).
Metroweb-Enel
A complicare ancora più il quadro, non è ancora chiaro il ruolo che avranno Metroweb(sostenuto da CDP) ed Enel. Il primo ha dichiarato che coprirà 500 città con fibra ottica nelle case, ma non ha detto quando e con quali soldi (solo con i propri o anche tramite quelli pubblici del piano banda ultra larga? Un mix dei due, probabilmente: ma in quale misura?). Telecom Italia userà solo soldi propri per i piani annunciati. Enel invece ha una ipotesi (informale e non ufficiale), emersa di recente nelle cronache, per fare una rete in fibra ottica nelle case e poi affittarla agli operatori (lo stesso modello di Metroweb). La fibra gli servirebbe di supporto a nuovi contatori intelligenti che dovrà installare nei prossimi anni.
Consultazione pubblica
Le intenzioni dei diversi attori (dove intendono investire e come) emergeranno – si spera – entro il 20 giugno, con la Consultazione Pubblica 2015 di Infratel Italia (attuatore del Piano Banda Ultra Larga).
Governo
Ultimo tassello, il Governo. Step necessario per dare al Paese un progetto comune per fare le nuove reti. È questo il senso del Piano Banda Ultra Larga (passato a marzo dal Consiglio dei Ministri), ma ancora non possiamo darlo per assodato in attesa del Decreto Comunicazioni (che dovrebbe arrivare “a giorni”, secondo fonti governative), mirato a varare misure di agevolazione per gli operatori che posano la fibra e “voucher” agli utenti che la comprano.