Apple Pay Review (6)-580-90Un malinteso che ha «creato» 600 posti di lavoro inesistenti. Non saranno 600 posti di lavoro, ma altrettante opportunità di formazione per studenti quelle offerte da Apple nel suo nuovo centro di sviluppo app a Napoli. I toni trionfalistici di Matteo Renzi avevano mandato in fibrillazione i programmatori di tutta Italia: “Apple aprirà a Napoli una bella realtà di innovazione con circa 600 persone, i big tornano a investire al Sud”, aveva detto il premier, annunciando la visita del Ceo Tim Cook nel nostro paese.

 

Il numero è quello degli studenti che verranno selezionati per seguire, nella struttura di una società partner, i corsi di sviluppo sul sistema operativo iOs, cioè quello dell’iPhone/iPad/iWatch. Toccherà a loro dopo il corso cercarsi un’occupazione che però, in quanto sviluppatori, sarà probabilmente non un vero «posto di lavoro», almeno per come tutti noi intendiamo il termine.

 

Apple a Napoli, la verità: alla mela 600 stage e non posti di lavoro. La notizia vera è che il primo Centro di sviluppo app d’Europa fornirà, a 600 studenti meritevoli, formazione sullo sviluppo di applicazioni per iOS. Insomma: non si trattava di 600 posti di lavoro, ma di 600 stage non pagati.

 

 

Contro l’esponente Pd si scaglia anche il blog di Grillo con un post su «le balle della Picierno» in cui si definisce la notizia dei nuovi posti di lavoro «una bufala, in linea con la propaganda piddina di dire sempre il contrario della verità». Picierno è estremamente invisa ai 5 Stelle. «L’ultima balla di Pina Picierno, l’eurodeputata piddina collega dell’euroindagato Caputo, riguarda 600 posti di lavoro a Napoli presso la Apple creati grazie al governo del Bomba», scrive Beppe Grillo sul suo blog, dove lancia l’hashtag #PiciernoChiediScusa.

 

Nulla ancora si sa delle procedure di selezione degli studenti che faranno richiesta, né tantomeno è assicurato che saranno assunti dalla multinazionale della mela morsicata una volta completato il programma di formazione. “È troppo poco, dobbiamo stare attenti a non illudere i giovani”, dice il presidente del Consiglio nazionale per le ricerche Luigi Nicolais.