Fare il primo bilancio dell’Agenzia. Esaminare le gare Consip in corso. Riprendere il tema della razionalizzazione dell’IT pubblico. E guardare all’identità digitale. Il tutto mentre il nodo della Governance è ancora da sciogliere

Il nuovo corso dell’Agenzia per l’Italia Digitale sta per cominciare e già alcuni dossier premono, più urgenti degli altri, nella staffetta che ci sarà tra l’attuale direttore dimissionario e il nuovo (Alessandra Poggiani).

Giuseppe Iacono ha tracciato il quadro delle sette aree di intervento su cui ci dobbiamo aspettare l’azione dell’Agid. Ma quali sono i punti specifici più urgenti? Ne ho individuati quattro, che Poggiani dovrà/vorrà affrontare subito non appena si sarà ufficialmente insidiata (si attende un decreto e poi la registrazione alla Corte dei Conti; ma di sicuro la nuova governance Agid comincerà a riunirsi a partire da questi giorni per esaminare i temi più scottanti).

  • Il primo bilancio. Agid non ne ha ancora uno. Un’organizzazione senza un bilancio è un po’ difficile da fare andare avanti correttamente. Aspetto prosaico ma un sine qua non che va risolto subito.
  • Le gare cloud e nuovo Spc, di Consip. Sono in corso e la nuova Agid se le trova in eredità. Se dovesse ritenerle non adeguate (come dicono alcuni operatori), può solo chiederne il blocco e rifare il capitolato tecnico. Potrebbero però non esserci i tempi e le gare venire assegnate prima che la nuova Agid diventi operativa. In questa fase transitoria, solo la ministra Marianna Madia potrebbe agire sulle gare.
  • Razionalizzazione dei datacenter. E’ stato uno dei cavalli di battaglia dell’attuale Agid, che mira a ridurli a una ventina. Certo è un processo che dovrà andare avanti, ma con quali modalità? La nuova Agenzia potrebbe decidere per una radicalizzazione: ridurre ancora di più il numero di datacenter rispetto ai piani.
  • Identità digitale-Pin unico. Madia e Renzi parlano soprattutto di questo nell’Agenda Digitale, ma al momento resta ancora da chiudere un decreto attuativo per avviare la riforma (da ultimare entro il 2015). Che però- in odore di inattuabilità- potrebbe anche essere modificato. Proprio su indicazione della nuova Agid.

In tutto questo, non si è ancora sciolto il nodo della governance Agid. Mancano alcuni organi. Non è chiaro inoltre il ruolo del Comitato di Indirizzo e come interagirà con il nuovo direttore generale. Nello Statuto si legge che ha un compito- non cogente- di indicare le strategie, come consulente del ministro (Madia)… Di fatto aggiungendosi a quello che già fa Paolo Coppola (PD). Un punto da chiarire per evitare impasse di cui la storia dell’Agenzia è già molto ricca.

FONTE: Agenda Digitale (www.agendadigitale.eu)

AUTORE: Alessandro Longo

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