Il 30 novembre 2015 si sono chiusi i termini per l’adesione alla procedura di collaborazione volontaria (cosiddetta “voluntary disclosure”) volta a regolarizzare i capitali detenuti all’estero da contribuenti italiani.
L’Agenzia delle Entrate ha comunicato al Ministero dell’Economia e delle Finanze il gettito riferibile alle istanze presentate, in una prima valutazione corrispondente a euro 3.834.306.000, al netto degli interessi. Il gettito effettivo sarà determinato all’esito dell’attività di accertamento.
Dalle istanze presentate per l’adesione alla “voluntary disclosure” per regolarizzare i capitali detenuti all’estero, si prospetta un gettito per circa 3,8 miliardi di euro, al netto degli interessi. Si tratta di una cifra superiore a quella di 3,5 miliardi prevista dal governo. Inizialmente la scadenza dei termini per aderire alla voluntary disclosure era stata fissata al 30 settembre, poi rinviata al 30 novembre.
Si è trattato della quarta manovra operata da Roma negli ultimi 15 anni per tassare capitali sfuggiti all’erario. La “collaborazione volontaria” (voluntary disclosure) è uno strumento che consente ai contribuenti che detengono illecitamente patrimoni all’estero di regolarizzare la propria posizione denunciando spontaneamente all’Amministrazione finanziaria la violazione degli obblighi di monitoraggio.
C’è un altro mese di tempo, fino al 30 dicembre, per presentare la documentazione (complessa): questo termine di fine dicembre riguarda tutti coloro che hanno presentato l’istanza di adesione alla voluntary disclosure, indipendentemente dalla data in cui questo è avvenuto.