aumento dell ivaSmentite le voci secondo le quali ci sarebbe un accordo per un ulteriore innalzamento dell’imposta sul valore aggiunto.


 

L’ex premier Matteo Renzi smentisce le voci secondo le quali sarebbe d’accordo su un innalzamento dell’imposta sul valore aggiunto: “il Partito Democratico non farà mai aumentare l’Iva in questo Paese. Noi dobbiamo sostenere e incoraggiare i consumi, come è giusto che sia”.

 

“Ritengo che questa ipotesi sia totalmente assurda e mi sento di poter dire che il Partito Democratico non farà mai aumentare l’Iva in questo Paese. Devo dire che Gentiloni è il primo a essere convinto di questo, per cui trovo che non sia assolutamente un’indiscrezione veritiera”.

 

Così l’ex premier Matteo Renzi, intervenendo a Radio 24, ha commentato le voci che lo darebbero favorevole ad un aumento dell’Iva. L’ultima volta che è stata aumentata l’Iva, ha sottolineato Renzi, “era il settembre del 2013. Bene, dal Governo dei millegiorni e poi con l’attuale Governo non c’è mai stato un aumento dell’imposizione fiscale e credo che sia un fatto positivo che questo venga confermato. Naturalmente poi il governo farà le proprie scelte nelle prossime settimane, però mi sento di poter dire che sull’Iva c’è una linea di condotta da parte del nostro partito, del nostro schieramento che mi sembra molto chiara: no all’aumento dell’Iva. Noi dobbiamo sostenere e incoraggiare i consumi, come è giusto che sia”.

 

Renzi ha rivendicato il fatto che prima con il suo governo e poi con quello guidato da Gentiloni “non c’è mai stato un aumento dell’imposizione fiscale”. Poi ha auspicato che questo “fattore positivo” venga “confermato”.

 

Secondo indiscrezioni stampa Pd e governo starebbero studiando l’ipotesi di ridurre il cuneo fiscale finanziando l’operazione con un incremento dell’Iva. “C’è una linea di condotta da parte del nostro partito che mi sembra molto chiara: niente aumento dell’Iva, dobbiamo sostenere e incoraggiare i consumi”, ha detto Renzi.

 

Il governo aggiornerà stime di crescita e obiettivi di bilancio entro lunedì 10 aprile tramite il Documento di economia e finanza (Def).

 

Entro il 30 l’esecutivo approverà un decreto per ridurre il deficit strutturale, calcolato al netto del ciclo e delle una tantum, di 0,2 punti percentuali di Pil, come chiesto dall’Europa.